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Elezione nuovo Papa, via al Conclave: chi è il cardinale Anders Arborelius

(Adnkronos) – Tra i nomi papabili al Conclave c'è quello del cardinale Anders Arborelius, vescovo di Stoccolma, unica diocesi cattolica in Svezia che copre l'intero territorio nazionale. Papa Francesco nel 2022, in un colloquio con i redattori delle riviste dei gesuiti europei nel 2022, disse: "Vorrei indicare un uomo che è un modello di guida: il cardinale Anders Arborelius. Non ha paura di nulla. Parla con tutti e non è contro nessuno. Mira sempre al positivo. Credo che una persona come lui possa indicare la strada giusta da seguire". Alla domanda se si senta pronto per diventare papa, in questi giorni Arborelius ha risposto: "No, non posso dire di sì. Perché è così irrealistico. Ma è vero: è una possibilità". Nato il 24 settembre 1949 a Sorengo, in Svizzera, è cresciuto a Lund, in Svezia, in una famiglia luterana. Si è convertito al cattolicesimo nel 1969, a 20 anni, a Malmö. Due anni dopo è entrato nel monastero carmelitano di Norraby e ha emesso i voti perpetui a Bruges, in Belgio, nel 1977. È stato ordinato sacerdote l'8 settembre 1979 a Malmö. 
È stato consacrato vescovo di Stoccolma da papa Giovanni Paolo II nel dicembre 1998, diventando il primo vescovo svedese cattolico etnico dai tempi della Riforma protestante. Da allora è considerato la figura cattolica più rilevante del Paese. È stato presidente della Conferenza episcopale di Scandinavia dal 2005 al 2015, e poi vicepresidente dal 2015. È stato anche membro della Commissione della Presidenza del Pontificio Consiglio per la Famiglia dal 2002 al 2009. Nel 2017, papa Francesco lo ha creato cardinale, il primo nella storia della Svezia e della Scandinavia. Il cardinale Arborelius è laureato in lingue moderne presso l'Università di Lund e ha studiato teologia e filosofia a Bruges e a Roma, dove ha conseguito la licenza in spiritualità presso la Pontificia Facoltà Teologica Carmelitana (Teresianum). Fa parte di diversi dicasteri vaticani, tra cui quelli per il Clero, i Vescovi, le Chiese Orientali, la Promozione dell'Unità dei Cristiani e il Consiglio per l'Economia. Nel giugno 2022 ha ricevuto una medaglia dal Re di Svezia per il suo significativo contributo alla vita della Chiesa. È autore di numerosi libri in svedese, principalmente dedicati alla spiritualità e a biografie di figure religiose. Prelato mite e riflessivo, Arborelius è profondamente devoto all'Eucaristia, saldo nella dottrina cattolica e fortemente legato alla Vergine Maria. Difende il celibato sacerdotale, si oppone all'ordinazione delle donne e sostiene con fermezza l'insegnamento morale della Chiesa, specialmente in materia di etica sessuale e identità di genere. È stato tra i critici più netti del Cammino Sinodale tedesco, ribadendo il carattere universale e immutabile della morale cattolica. È più pragmatico su temi come il dialogo interreligioso e l'ecumenismo, che promuove attivamente, pur opponendosi alla comunione per i non cattolici. Condivide la forte sensibilità ambientale del suo popolo e ha persino sostenuto l'introduzione di una legge internazionale contro l'"ecocidio". È in sintonia con papa Francesco sul tema delle migrazioni. Sul fronte liturgico, ha applicato 'Traditionis Custodes', sopprimendo la Messa in latino tradizionale (vetus ordo) in alcune parrocchie, una decisione che ha sorpreso molti, anche alla luce della sua popolarità tra i giovani e dell'aumento delle vocazioni. Si è detto perplesso nel comprendere "perché le persone desiderino la Messa tridentina". Rifiuta le etichette come "tradizionalista" o "progressista", considerandole una politicizzazione pericolosa della fede. Nonostante la secolarizzazione avanzata della Svezia, sotto la sua guida si è registrato un leggero aumento delle vocazioni e una crescita nella partecipazione alla Messa, favorita in parte dall'immigrazione. Pur avendo condannato la violenza legata ai problemi di integrazione, il cardinale Arborelius continua a sostenere una politica migratoria aperta, anche nei confronti dei musulmani, insistendo sulla necessità di dialogo e integrazione, piuttosto che su restrizioni. Il suo motto episcopale, 'In Laudem Gloriae' (A lode della gloria), rappresenta per lui "tutto ciò che sono – per dare gloria al Dio trino". È convinto che oggi si sia dimenticato il primo dovere dell'uomo: onorare e glorificare Dio, fonte di libertà e felicità. "Uno dei miei desideri più profondi è aiutare le persone a riscoprirlo", ha dichiarato Anders Arborelius.  Nonostante la sua elezione a cardinale lo abbia colto di sorpresa – inizialmente pensava fosse uno scherzo – Arborelius ha accettato l'incarico come volontà di Dio e cerca di viverlo con umiltà. Chi lo conosce lo descrive come una persona veramente umile, sempre disponibile all'ascolto e saldo nella fede, anche quando provocato pubblicamente da atei in televisione. Questa coerenza gli ha guadagnato il rispetto di cattolici e non. Tuttavia, il suo stile di governo è stato spesso oggetto di critiche. Secondo vari sacerdoti e laici, il suo desiderio di evitare i conflitti ha portato a una gestione debole della diocesi, con accuse di vuoto decisionale e un ricambio eccessivo del personale. Il suo santo preferito è Teresa di Gesù Bambino, predilige la preghiera silenziosa, ama leggere romanzi gialli e cucinare. Il cardinale Arborelius è anche un linguista esperto: oltre allo svedese, parla fluentemente inglese, spagnolo, francese, tedesco e olandese. —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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