(Adnkronos) – Da ‘Non è la Rai’ al rifiuto a Brad Pitt, Yvonne Sciò si è raccontata in una lunga intervista rilasciata al Corriere della Sera, ripercorrendo la sua carriera, sin dagli esordi: “A cinque anni posavo per Vogue Bambino, facevo campagne, sfilate. Sono cresciuta così”. Yvonne Sciò è stata uno dei volti di 'Non è la Rai', anche se per un breve periodo, e infatti oggi si pente di aver firmato per un contratto breve: "Sono pentita di aver rifiutato un contratto lungo. Avrei guadagnato tanto, ma a quell’età credi negli ideali, i soldi non ti interessano e io avevo paura di chiudermi in una gabbia. Forse è per questo bisogno di libertà che non ho avuto una carriera lineare, ma nella vita non puoi far finta di essere qualcun altro". Dopo il programma, Yvonne si è trasferita a Los Angeles: "L’idea che lì nessuno mi conoscesse mi spronava ancora di più ad arrivare. Non mi importava essere popolare, volevo essere brava. Troppe volte mi è stato detto che, se ero bella, non potevo essere brava". E su quegli anni trascorsi in America, l'attrica ricorda: "Ho fatto film e serie che qui non ha visto nessuno, magari piccoli ruoli, ma ne vado fiera. La mia mentore è Fran Drescher, che ha scritto, diretto e interpretato la serie 'La Tata', venduta in tutti i Paesi". È noto che Yvonne rifiutò più volte Brad Pitt, e al Corriere della Sera ha spiegato: "Perché era Brad Pitt: troppo bello, mi metteva soggezione. La prima volta, a una festa a Los Angeles, lui, dall’altro lato della sala, viene diritto verso di me. Mi guarda e dice: 'You look so beautiful'. Io muta, con la mascella aperta. Ogni volta che l’ho visto, mi ha chiesto il numero. Voleva prendere lezioni di italiano e gli consigliai di chiedere al nostro Istituto di Cultura". Nel 2005 denunciò Naomi Campbell per averla aggredita, ma il motivo non l'hai mai capito: “Forse, quella sera era di cattivo umore. È alta due metri, muscolosa, io sono piccolina, me la sono ritrovata addosso, c’era sangue dappertutto. Eravamo amiche da anni, l’avevo raggiunta a Roma dove stava girando uno spot, ma lì disse che volevo rubarglielo: una follia”. E ha concluso: “Le ho fatto causa soltanto perché volevo che si scusasse, ma non si è scusata”. —spettacoliwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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