(Adnkronos) – La Commissione Europea ha aperto un'indagine su Google, per valutare se applichi condizioni "eque, ragionevoli e non discriminatorie" di accesso ai siti web degli editori su Google Search, obbligo previsto dal Digital Markets Act (Dma). Il monitoraggio della Commissione ha evidenziato che Google, sulla base della sua "politica contro gli abusi della reputazione dei siti web", declassa i siti web e i contenuti dei media e di altri editori nei risultati di ricerca di Google, quando questi siti includono contenuti di partner commerciali. Secondo Google, questa politica mira a contrastare le pratiche volte a manipolare il posizionamento nei risultati di ricerca. L'indagine della Commissione si concentra sulla "politica contro gli abusi della reputazione dei siti web" di Google e su come questa politica si applica agli editori. Questa politica sembra avere un impatto diretto su un modo "comune e legittimo" per gli editori di monetizzare i propri contenuti. Pertanto, la Commissione indaga per appurare se la retrocessione dei siti web e dei contenuti degli editori nella ricerca di Google, operata da Alphabet, possa avere un impatto sulla libertà degli editori di condurre attività commerciali legittime, innovare e collaborare con fornitori di contenuti terzi. Il sospetto della Commissione è che il declassamento antispam operato da Google vada a detrimento delle normali pratiche di monetizzazione dei siti editoriali. "Gli editori di notizie hanno portato pratiche commerciali di lunga data dal mondo reale al mondo digitale online: ricordiamo tutti i coupon", spiega il portavoce della Commissione Thomas Regnier nel corso del briefing giornaliero con la stampa, sottolineando come questi buoni sconto ora esistano in formato digitale, accanto ai contenuti editoriali, e rimangano una pratica commerciale legittima. "Qual è la conseguenza del fatto che Alphabet applichi la sua politica antispam in modo non giustificato agli editori di notizie? I vostri contenuti vengono declassati. Questo significa perdita di entrate e di visibilità", prosegue Regnier, rivolgendosi alla stampa. L'azienda deve trattare i contenuti degli editori in modo non discriminatorio, equo e ragionevole, aggiunge, invitandola a "cooperare durante tutto il processo". In questa fase iniziale, che è solo inquisitoria, l'indagine della Commissione dovrebbe durare massimo 12 mesi. Qualora si trovassero prove di non conformità, si richiederà ad Alphabet, la controllante di Google, di imporre misure correttive. In caso di infrazioni, le pene possono spaziare da sanzioni fino al 10% del fatturato annuo globale (20% in caso di infrazioni ripetute) o anche obbligare Alphabet a vendere un'attività o parti di essa, o vietare alla società di acquistare servizi aggiuntivi. "Ritengo che sia importante che l'Europa abbia aperto un procedimento per verificare se gli over the top diano il corretto spazio all'informazione professionale, giornalistica e di interesse pubblico", dichiara il Sottosegretario all'Editoria, Alberto Barachini, a margine dell’evento organizzato dal Corriere dell’Umbria, a Città di Castello. "È un'istanza che abbiamo portato come governo italiano anche all'ultimo vertice su Copenhagen con i ministeri dei media e della cultura europea", conclude Barachini.
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Ue indaga su Google: “Penalizza i contenuti dei media”