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Sesso, i giovani preferiscono parlarne a scuola

(Adnkronos) –
L'educazione affettiva e sessuale rappresenta un tema centrale per il benessere e la crescita delle nuove generazioni. Le possibili nuove disposizioni in materia di consenso informato in ambito scolastico hanno riportato il tema al centro del dibattito pubblico e istituzionale. In questo contesto, i dati più recenti dell'Osservatorio Giovani e Sessualità – giunto alla sua ottava edizione e realizzato da Durex in collaborazione con Skuola.net – offrono una fotografia aggiornata dei comportamenti e delle esigenze dei giovani in materia di sessualità e prevenzione, spiegano i promotori dell'iniziativa. 
L'indagine 2025, condotta su oltre 15mila giovani tra gli 11 e i 24 anni – riporta una nota – restituisce il ritratto di una generazione iper-connessa, ma ancora troppo spesso sola di fronte alla scoperta del proprio corpo. Quasi 1 giovane su 10 (9,8%) ha avuto il primo rapporto sessuale prima dei 13 anni, eppure in famiglia il tema non viene affrontato. La quota di ragazzi che non parla di sesso e contraccezione in famiglia è passata dal 37% del 2024 al 49% del 2025: un balzo di quasi 12 punti percentuali in 1 solo anno. Tra le ragioni principali l'imbarazzo (46,8%, in aumento rispetto al 44,7% del 2024) e la percezione della sessualità come tema ancora tabù (14,5%). A rendere più fragile il quadro è anche la difficoltà nel reperire informazioni corrette. In assenza di dialogo domestico, oltre la metà dei giovani (53,2%) si affida a Internet come fonte principale, privilegiandone la rapidità (29,1%) e l'anonimato (32,1%), ma correndo il rischio di imbattersi in contenuti incompleti o poco attendibili. 
Anche sul fronte della prevenzione emergono segnali allarmanti. L'uso regolare del preservativo, che nel 2019 coinvolgeva oltre la metà dei giovani (56,7%), nel 2025 scende al 45,4%. Si tratta di un calo significativo, pari a 11 punti percentuali in soli 5 anni, che indica un arretramento nelle abitudini di protezione. La situazione è ancora più critica tra i più giovani: nella fascia 11-13 anni meno di 1 su 2 (37,2%) dichiara di utilizzarlo e ben il 41,6% afferma di non farne mai uso. Questo vuoto educativo si riflette in una richiesta molto forte alle istituzioni scolastiche. Quasi 9 ragazzi su 10 (88,9%) e 8 genitori su 10 (78,6%) chiedono infatti di introdurre percorsi strutturati di educazione affettiva e sessuale nelle scuole, con il supporto di professionisti qualificati come medici o psicologi. Non solo: il 45,3%dei genitori auspica che questi percorsi vengano avviati già a partire dalle scuole medie. Il 31,2% è favorevole dalla scuola primaria, il 15% dalla scuola dell'infanzia e solo l'8,5% dalle scuole superiori. Tutto ciò a conferma della percezione diffusa che l'educazione affettiva precoce sia oggi una necessità sociale. "Il Ddl Valditara sul consenso informato alla Camera e i disegni di legge in discussione in Commissione Cultura al Senato hanno riportato al centro del dibattito pubblico il tema dell'educazione affettiva e sessuale nelle scuole, una questione cruciale per la crescita e il benessere dei giovani – afferma Filippo Nimbi, psicologo, sessuologo clinico e segretario generale della European Federation of Sexology – I dati più recenti dell'Osservatorio Giovani e Sessualità offrono una fotografia chiara della situazione italiana: il primo approccio alla sessualità avviene sempre più precocemente e, in assenza di un'adeguata educazione all'affettività, alla consapevolezza delle proprie scelte e al consenso, i giovani si espongono a rischi significativi. Il calo nell'uso del preservativo e il silenzio che ancora circonda questi argomenti in famiglia sono segnali da non sottovalutare E' fondamentale che l'introduzione dell'educazione affettiva e sessuale a scuola avvenga in maniera strutturata e che la partecipazione dei giovani a questo tipo di percorsi non sia limitata bensì incoraggiata. Allo stesso tempo, l'educazione deve basarsi sempre su un approccio scientifico, inclusivo e supportato da professionisti qualificati, in modo da rispondere concretamente alle esigenze di prevenzione e consapevolezza. I risultati dell'Osservatorio possono rappresentare uno strumento utile per il legislatore, evidenziando come l'educazione sessuale e affettiva non sia solo una richiesta delle giovani generazioni, ma una necessità sociale che non può essere ignorata". In questo scenario – prosegue la nota – Durex rinnova il suo impegno come promotore di 'A luci accese', un programma di educazione affettiva e sessuale per le scuole secondarie realizzato in linea con gli standard internazionali definiti dall'Oms e condotto da operatori esperti dell'associazione Ala Milano e, da quest'anno, dell'università degli Studi di Milano-Bicocca. Attivo nel territorio della città di Milano, dal 2023 contribuisce, anche grazie al coinvolgimento di docenti e genitori, a diffondere tra i giovani milanesi una cultura della sessualità e dell'affettività fondata su consapevolezza, rispetto e protezione. Il progetto prevede laboratori in classe condotti da educatori esperti che accompagnano i giovani in un percorso di confronto aperto e privo di giudizi, con l'obiettivo di fornire strumenti concreti per affrontare emozioni, relazioni e sessualità in maniera sana e consapevole. Le attività si svolgono sotto la supervisione di un direttore scientifico che ne garantisce la continuità metodologica e la solidità scientifica. Dal 2023 ad oggi sono state coinvolte 43 scuole, 350 classi e circa 12mila studenti. Numeri che testimoniano l'impatto di un'iniziativa che parla direttamente ai giovani e risponde a un bisogno educativo sempre più riconosciuto. 
'A luci accese' – concludono i promotori – rappresenta oggi più che mai un modello virtuoso sul territorio, capace di unire ricerca, educazione e azione, offrendo una risposta concreta e tempestiva a un bisogno sempre più urgente dei giovani e dell'intera comunità.  —salutewebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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