(Adnkronos) – Btt Italia va alla ricerca di tutto l’oro nel rame, anche nei rottami. L’azienda aretina, precorritrice in Italia nella tecnologia idrometallurgica per il recupero e affinazione di metalli preziosi da schede Raee, amplia ora la nozione di 'miniera urbana'. E per la 42esima assemblea annuale dell’Anci che si apre oggi in Fiera a Bologna, Btt Italia mostra al mercato, ai Comuni Italiani e agli amministratori della Pubblica Amministrazione, come i processi di separazione e affinazione di metalli preziosi siano adattabili a segmenti del riciclo cui sino a oggi si è guardato poco. Per esempio, gli autoveicoli alla fine del loro ciclo di utilizzo (End Life Vehicle). La stima da cui Btt Italia parte per allargare il catalogo di 'urban mining' è che un’auto media rottamata in Italia contiene circa 20-25 chili di rame, tra cablaggi, alternatori, motori elettrici ausiliari e componenti elettronici. Nei modelli ibridi o elettrici la quantità può triplicare, arrivando a oltre 60 chili per veicolo; secondo la International Copper Association (Ica) e l’Associazione Europea di Costruttori Automobili (Acea). La stima parte dalla composizione del parco di autoveicoli in circolazione sulle strade italiane. Nel 2024 (fonte Aci) le autovetture radiate sono state circa 1,245 milioni. Mentre è di oltre 1 milione di tonnellate (fonte Ispra), nello stesso anno, la quantità di veicoli a fine uso trattati negli impianti italiani. "La nostra stima – commenta Omar Antonio Cescut, ad di Btt Italia – è che in Italia nelle auto da rottamare ci sono almeno dalle 25 alle 30mila tonnellate di rame. Il che pone questa miniera urbana nella fascia di giacimenti estrattivi come Aitik in Svezia, che produce circa 36mila tonnellate di rame o quello di Neves-Corvo in Portogallo, da 39mila. L’Italia ha una piccola importante miniera di rame secondario, da cui trarre grandi benefici per il sistema Paese: per l’industria elettronica, per l’automotive, il biomedicale, l’aerospazio, la difesa". Per quanto riguarda i Raee, Btt Italia ha realizzato il 'cuore' tecnologico del primo impianto idrometallurgico di Terranuova Bracciolini, nell’Aretino, gestito da Iren Spa. Una tecnologia a bassissima emissione di CO2, che anziché bruciare le schede per separarne i metalli preziosi, le scioglie in solventi. Nel 2024, la filiera Raee in Italia vale circa 5.800 tonnellate e nello scenario più favorevole dal solo ciclo del rame di questa massa si stima di poter recuperare sino a mezza tonnellata di oro. In uno scenario conservativo, dai bacini Raee e Elv, si stima che si possano recuperare 70 grammi di oro per ogni tonnellata di rifiuto. Oltre all’oro, l’Italia potrebbe recuperare almeno 24 tonnellate di argento all'anno e qualche decina di chili di platinoidi, solo come sottoprodotto del rame riciclato da rottamazioni auto e Raee. "Comunque la si guardi – conclude Cescut – se dal punto di vista della quantità di oro che non viene recuperato o del potenziale inespresso cui tendere, dove di solito si vede un rottame, noi vediamo un tesoro cui attingere. Un tesoro che noi stimiamo prudentemente in almeno una tonnellata di oro all’anno per un controvalore di oltre 114 mln di euro, al prezzo di ieri. L’idea che condividiamo alla 42esima assemblea annuale dell’Anci è che i nostri impianti di riciclo e affinazione sono modulari, si possono adattare a diversi scenari. Sempre in un’ottica di miniera urbana, che ora va estesa anche alle rottamazioni di veicoli".
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Rifiuti, Btt Italia: “Dal ciclo del rame si può ricavare 1 tonnellata di oro all’anno”