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Rap, anima e Guè: Marracash torna ‘King’ in un San Siro sold out

(Adnkronos) – Chissà se Marracash si immaginava un San Siro sold out, il 13 dicembre 2024. Quel giorno ‘È finita la pace’ ha chiuso un cerchio. L’ultimo album a concludere una trilogia. Nessun lancio promozionale, nessun post sui social, nessuno spoiler. Un disco pubblicato a sorpresa, coerente con la filosofia di un rapper che da tempo ricerca e rivendica un rapporto sincero e profondo con la propria musica. Un antipasto di ciò che sarebbe andato in scena a San Siro, nell’ultima tappa del Marra Stadi 2025. Quando un sospetto è diventato certezza, e un sussurro si è trasformato in grido: il King del Rap è tornato. ‘È finita la pace’ segna l’anno zero. Marracash si mostra trasparente, fragile, vero. Attacca l’industria, rivela il suo cuore spezzato, dice basta alle guerre. Eppure c’è chi ci ha visto un album commerciale, non in linea con il vecchio Marra né con la nuova scena rap. Ma nessuno ha dubitato. Tutti ne hanno accolto testi e musiche con la stessa fede di sempre. E Fabio lo sapeva. Il tour negli Stadi, il primo della sua carriera, arriva al momento giusto. Ma era possibile alzare l’asticella dopo il successo del Marrageddon Festival? A rispondere ci sono 270mila biglietti venduti in un tour che attraversa l’Italia e che mercoledì 25 giugno è arrivato a Milano. Sette date, un’unica necessità. Trovare una pace nel costante dualismo tra il rapper, Marracash, e l’uomo, Fabio. Il desiderio di armonia con se stesso per dare ordine al suo caos interiore. Un percorso nato, maturato e concluso nel corso di una trilogia, iniziata con ‘Persona (2019)’, proseguita con ‘Noi loro e gli altri (2021)’, e conclusa con ‘È finita la pace (2024)’. Marra si fa la guerra e Marra dichiara la pace.  “È stato un viaggio/ ma l’ho fatto come andava a me”, racconta Marracash nell’ultimo brano che chiude la trilogia. È un disco che ha scritto parlando con se stesso, chiuso nella sua bolla, la stessa della copertina. Ma Marra va oltre. Oltre le logiche dell’industria e delle piattaforme di chi sceglie la quantità anche a costo di perdere qualità.  “C’è una nuova pace, la consapevolezza/ Fabio e Marracash/ E alla fine è un happy end”, finisce così la trilogia e finisce così lo show. Lui porta a termine la missione: condurre il suo rap fuori dalla bolla. C’è chi ha parlato di provocazione, ma il rap vive di provocazioni. Marracash ha voluto alzare l’asticella e la ‘Power Slap’ con cui ha aperto San Siro forse è molto più di una canzone e assomiglia tanto a un messaggio.  Quello di Marracash è un concept show, un epic movie suddiviso in sei atti. C’è un laboratorio per scenografia e ballerini per scienziati. C’è una voce narrante, quella di Matilda De Angelis, che racconta di esperimenti. E poi ovviamente c’è lui: Marracash che diventa Fabio, Fabio che diventa Marracash.  E poi, nel mezzo del cammin di nostro Marra, arriva una Madame oscura. La cantante entra in punta di piedi, vestito bianco e voce graffiante. Racconta di un’anima che si è persa e poi ritrovata, duettando come complici con il microfono stretto in un abbraccio. Eppure, proprio la presenza di Madame, ospite fissa in ogni tappa del tour, sembra un controsenso. ‘È finita la pace’ non ha featuring. Ed è stato proprio Marra a spiegarne il perché: “Se non mi sono distrutto da solo/ allora nessuno può farlo/ Featuring, guest/ Non ne ho bisogno, bro/ il disco lo carryo da me”. E forse questo è il feat più bello a cui assistiamo da anni: Marracash ft. Fabio.  Ma per San Siro si può fare un’eccezione. E allora la presenza di Guè, l’amico di sempre, il compagno di Santeria, ha perfettamente senso. Sulle note di ‘∞ Love', lo stadio esplode in un urlo che non si sentiva dal goal di Frattesi in Inter-Barcellona. E dopo 2 ore e mezzo di concerto, l’immagine che rimane più impressa nei presenti è il collo di Fabio mentre le vene di Marracash gridano la sua liberazione sulle note di Nemesi: “C'è un antidoto, spingi e sono libero/ Sei mai stato libero?/ Forse sono libero”.  Ma tutto questo può anche essere soltanto una chiave di lettura. Perché nel prato di San Siro c’era chi si è goduto il concerto senza conoscerne l’epic movie o il concept. C’era chi ha visto Fabio trasformarsi in Marracash e Marracash arrendersi a Fabio. E c’è anche chi è riuscito a carpire l’essenza di un dualismo che riguarda ognuno di noi. Che si è rivisto in due anime che convivono, combattono e alla fine si completano. Perché tra Marra e Fabio non prevale nessuno. Vincono entrambi. Perdono entrambi. (di Marica Di Giovanni) —spettacoliwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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