(Adnkronos) – “Quasi tutte le persone con Parkinson personificano la malattia, perché la malattia è come se giocasse a scacchi con te. Senti proprio la sua aggressione: come riesci ad affrontare un malessere, te ne salta fuori un altro, e siccome è una malattia complessa che si presenta in mille modi diversi, c'è sempre il nemico che ti combatte da qualche parte, che ti piccona, che ti colpisce con un dolore, che ti colpisce con un malessere”. Così Giangi Milesi, presidente della Confederazione Parkinson Italia, porta la sua esperienza nel documentario ‘Dialoghi con Mr. Parkinson’ promosso dalla Confederazione con il supporto non condizionante di Zambon, in occasione della Giornata mondiale della patologia che si celebra l’11 aprile. Tutte queste manifestazioni “rendono la malattia come fosse viva, come se avesse quasi una volontà, un'identità”. Razionalmente è “una cosa pazzesca – osserva Milesi – ma la personificazione rende efficace la nostra azione educativa e questa è appunto la ragione di questo film: educare a combattere la malattia nel modo più efficace possibile”, essendo “resilienti, cioè resistendole con combattendola con gli strumenti del sapere e scendendo quasi a patti con la malattia”. Il documentario inoltre, mostra che Mr Parkinson non coinvolge “solo i pazienti, ma anche i caregiver, che vengono colpiti tanto quanto noi malati dalla diagnosi – rimarca – Il giorno della diagnosi ci sono 2 persone che prendono ‘una bastonata in testa’: chi soffre della malattia e chi sta vicino a chi soffre perché cambierà anche la sua vita. Nel film – illustra – ci sono persone che vengono colpite dalla malattia, come nel caso mio, a un'età tradizionale, tra i 60 e i 70 anni, ma anche persone giovani che hanno un Parkinson giovanile. Ci sono i caregiver, ma anche personaggi illustri come il giornalista Mollica e gli esperti, c'è il professor Calabresi del Policlinico Gemelli che ci spiegano” e aiutano a comprendere questa patologia complessa. “Mi sono impegnato a combattere la sofferenza delle persone con Parkinson e dei loro familiari – conclude Milesi – Infatti, se i medici hanno il compito di contrastare il dolore, noi pazienti dobbiamo lottare contro la sofferenza, perché la vita deve essere per tutti felice, piena e di qualità. Il fatto di impegnarmi per creare una grande rete di aiuto per le persone con il Parkinson ha dato un nuovo senso alla mia vita.” —salutewebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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