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Mici, Armuzzi (Humanitas): “Non aderenza cure aumenta di 5 volte rischio recidiva”

(Adnkronos) – "E' stato documentato che", in presenza di malattie infiammatorie croniche intestinali (Mici), "il paziente non aderente alla terapia ha un rischio 5 volte superiore di recidivare durante il decorso clinico della sua malattia cronica, dato associato anche a un aumento delle ospedalizzazioni. Inoltre, quando il paziente recidiva, la malattia progredisce e questo si ripercuote sia sulla salute della persona" che sul servizio sanitario perché ci sarà bisogno di un "maggior numero di visite, di prestazioni diagnostiche ed erogazioni da parte del Ssn". Lo ha detto Alessandro Armuzzi, responsabile dell'Unità operativa Malattie infiammatorie croniche intestinali dell'Irccs Istituto clinico Humanitas di Milano, in occasione dell'incontro con la stampa organizzato oggi nel capoluogo lombardo da Ferring Italia, per la presentazione della prima guida pratica per migliorare la gestione clinica e il coinvolgimento del paziente.  "Ci sono dei fattori correlati a una minore aderenza al regime terapeutico stabilito dal medico, come il sesso maschile, la giovane età e l'essere single – elenca Armuzzi – Approfondendo, poi, emergono altre caratteristiche come problemi psicologici personali" e relazionali, ma anche "l'età avanzata, che può essere un ostacolo per la fragilità e la polifarmacologia, oltre alla diagnosi stessa di malattia infiammatoria cronica intestinale che, in certi casi, genera un rifiuto da parte del paziente della patologia stessa".  Il documento presentato oggi, "recentemente pubblicato su una rivista internazionale – evidenzia l'esperto – è stato creato da un gruppo di colleghi e anche dall'associazione pazienti Amici. Il fatto di aver coinvolto l'associazione, che tramite una survey ha guidato la stesura degli statement, significa che il Consensus paper è stato creato in connubio con il paziente stesso. I 12 statement del documento, suddivisi in 3 settori (la definizione e l'entità del problema, l'identificazione dei fattori di rischio e la possibile risoluzione di questi problemi), potranno essere di utilità pratica sia per il personale sanitario che per l'associazione dei pazienti, nel momento in cui sia necessario motivare il paziente a essere il più aderente possibile al regime terapeutico stabilito insieme al medico".  —salutewebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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