(Adnkronos) – C'è anche una poesia Pier Paolo Pasolini tra le tracce dell'esame di maturità 2025 che si è aperto oggi, mercoledì 18 giugno. Intellettuale tra i più lucidi, controversi e profetici del Novecento italiano assassinato il 2 novembre 1975 all'idroscalo di Ostia, Pasolini cinquant'anni dopo il suo omicidio, in un'Italia profondamente diversa ma ancora segnata da alcuni dei mali che il poeta denunciava torna al centro del dibattito culturale e civile. Una scelta che è molto più di un omaggio: è un invito alla riflessione. Nella prova di italiano, ai maturandi è stata proposta una poesia giovanile del poeta, il componimento 'Appendice I' è tratto da 'Dal diario' (1943-1944), in cui emerge una voce intima, fragile, esistenziale. Niente invettive, nessuna rabbia contro il potere o il consumismo come anni dopo testimonieranno gli 'Scritti corsari', ma il respiro di un'anima solitaria poco più che adolescente che cerca senso nel silenzio del paesaggio e nelle illusioni della memoria. La luna, simbolo della ciclicità e dell'inganno poetico, si fa metafora del tempo che non appartiene, di un'esistenza in cui la bellezza – improvvisa e struggente – convive con l'inadeguatezza e il disincanto. È un Pasolini poco noto, quasi spoglio dell'identità pubblica che assumerà negli anni Cinquanta e Sessanta come intellettuale 'eretico', polemista, regista scandaloso, autore di romanzi che hanno riscritto la narrativa italiana ('Ragazzi di vita', 'Una vita violenta'). Ma è lo stesso uomo, già allora profondamente in ascolto di sé e del mondo. Questa scelta del ministero dell'Istruzione e del merito appare tanto più significativa se letta alla luce della ricchezza della recente edizione critica di 'Tutte le poesie', curata da Walter Siti per la collana 'I Meridiani' di Mondadori, un lavoro monumentale che restituisce un Pasolini totale: poeta, prosatore, saggista, ma soprattutto uomo lacerato da contraddizioni eppure mai disposto a cedere alla menzogna. Nato a Bologna nel 1922, nel 1943 mentre il padre è prigioniero in Africa, la famiglia Pasolini decise di trasferirsi nel paese friulano di Casarsa, in provincia di Pordenone. E' qui che abitò nella casa della madre, Susanna Colussi. Fu un periodo culturalmente fertile per Pier Paolo: dal 1942 infatti, iniziò le sue produzioni poetiche, come le famose "Poesie a Casarsa" e le corrispondenze epistolari su suoi progressi letterari con critici di fama nazionale. Qui cantò con stupendi versi le limpide acque, la roggia Versa, Versuta, i campi, il Glisiùt, il Tilimint, le sue genti e lo fece nella parlata locale, elevandola a lingua. Anche la poesia "Appendice I" è il frutto degli anni friulani. (di Paolo Martini) —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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