(Adnkronos) – “La questione iraniana rappresenta il tentativo di Israele e degli Stati Uniti di impedire che il principale impero della regione, insieme alla Turchia, arrivasse alla bomba atomica. Ciò che ha lasciato parzialmente intatto il programma nucleare iraniano è il dissidio tra gli apparati statunitensi e il presidente Donald Trump”. Così Dario Fabbri, direttore di Domino ed esperto di geopolitica, intervenendo all’evento dal titolo "Muoviamo il futuro: sicurezza, sostenibilità, condivisione" che si è tenuto a Roma. Un incontro promosso da Aniasa (l’Associazione che all’interno di Confindustria rappresenta il settore dei servizi di mobilità). “Trump – prosegue Fabbri – che si era detto contrario all’attacco di Israele contro l’Iran ha visto Pentagono e Cia aiutare gli israeliani nell’azione. Per protocollo gli apparati che si muovono senza consenso del presidente lo fanno per proteggere truppe e mezzi statunitensi nella regione. Trump viene così messo con le spalle al muro e ha dovuto accettare di colpire il sito iraniano di Fordow. I giorni che sono passati dall’attacco di Israele all’intervento degli Stati Uniti sono, però, serviti a salvare il programma nucleare iraniano”. —economiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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