(Adnkronos) – 'Il cambiamento è iniziato': si potrebbe dire così, riprendendo le parole del Poster Reel di Eman Rus, artista e content creator tra i più seguiti dalla Gen Z, che ha inaugurato la seconda edizione di 'Futuramente', l'evento, ideato da Giffoni Innovation Hub che si è svolto nella giornata di martedì 13 maggio all’Università Cattolica del Sacro Cuore, sede di Milano, con 1500 ragazzi in presenza nelle tre sale dell’evento e registrando 35.000 visualizzazioni in live streaming da tutta Italia. Location affatto casuale: dalla co-progettazione dei panel al coinvolgimento della Scuola di Giornalismo, fino ai laboratori di Metaversity e al contest di rebranding 'Cogito ergo work', Cattolica è stato un partner strategico nel creare un ecosistema formativo dove educazione, innovazione e cittadinanza attiva si incontrano. Una collaborazione che rafforza il dialogo tra mondo accademico e nuove generazioni. Filo conduttore dei tanti panel proposti a una platea variegata e curiosa, educazione di qualità, parità di genere, lavoro dignitoso e transizione ecologica, in linea con gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda Onu 2030. I presupposti per il cambiamento si sono manifestati fin dalle prime ore dell’evento quando i veri protagonisti sono stati i ragazzi delle scuole secondarie di secondo grado. Futuramente si consolida sempre di più come uno spazio di ascolto, confronto e co-progettazione per immaginare insieme un domani più giusto, sostenibile e inclusivo. Un laboratorio di cittadinanza attiva che coinvolge tutte le nuove generazioni. Al pomeriggio infatti il programma era dedicato a studenti universitari e under30, che si sono messi in gioco mostrando tutte le loro necessità e i loro sogni per un futuro che parli davvero di loro: "Futuramente -ha dichiarato Luca Ruju, ceo di Giffoni Innovation Hub- nasce due anni e mezzo fa e il mondo era diverso sotto tanti aspetti, ma oggi le sfide più grandi che affrontiamo sono le paure. Quelle che riguardano l’incertezza sul clima, sul lavoro, sul futuro. Ma il futuro chiede competenza e responsabilità e attraverso questa manifestazione vogliamo fornire gli strumenti di consapevolezza alle nuove generazioni. Per questo abbiamo affidato il programma a talent coetanei al pubblico". A condurre gli incontri, i talk, i laboratori e le installazioni immersive di questa seconda edizione sono state le voci energiche e carismatiche di Chiara De Pisa, conduttrice di Rds 100% Grandi Successi e Iris Di Domenico, creator e conduttrice di RdsNext, la radio con e per la Gen Z. Insieme hanno portato sul palco due sguardi complementari: quello più esperto e quello della Gen Z, creando un dialogo autentico e coinvolgente con il pubblico. RdsNext è stata radio partner ufficiale dell’evento, rafforzando il suo impegno nel raccontare il mondo visto dai giovani. Una giornata in cui sono emersi spunti, riflessioni e visioni su orientamento, futuro del lavoro, innovazione e sostenibilità, e che saranno presto pubblicati in un podcast, in uscita nelle prossime settimane su tutte le principali piattaforme, grazie alla produzione dei partner Orange Media Group. Futuramente Podcast raccoglie in una versione audio integrale e rielaborata della giornata sul Main Stage. Un progetto pensato per dare continuità all’evento, trasformando talk, panel, interviste e momenti chiave in contenuti fruibili in ogni momento. Un reportage dettagliato della giornata che è stato raccontato anche attraverso Futuramente Journal, uno spazio curato da giovani giornalisti e content creator per restituire, in tempo reale, le voci, le idee e le visioni emerse sul palco e tra il pubblico, realizzato in collaborazione con Accademia delle editorie. E poi spazio all’arte: sia l’arte che racconta il futuro e che si confronta con l’intelligenza artificiale grazie a Eman Rus, artista tra i più originali nella nuova forma di comunicazione visiva. Autore della locandina animata dell’evento, e intervistato sul palco da Sabrina Bartolotta, di Università Cattolica, Eman Rus ha posto l’accento su eticità e nuove tecnologie. “L’intelligenza artificiale è veramente una figata – ha detto -. Il mio invito alle persone è di non spaventarsi di fronte a questo cambiamento. Il rapporto con la tecnologia da parte della popolazione in generale è un approccio allarmista, ma la tecnologia è uno strumento. Abbiamo sempre vissuto innovazioni tecnologiche. Tuttavia ci vuole responsabilità sociale nella produzione dei contenuti, e questo aspetto, a volte, mi ha limitato nella produzione. E' necessario avere una percezione del limite, quando produrre e come produrre”. E sia l’arte musicale, con un linguaggio inteso come strumento di rivoluzione e di identità. Chi meglio di Jake La Furia poteva rappresentare questo contesto? La lectio sul main stage ha rappresentato un punto di vista nuovo e potente, ponendo confini specifici entro cui i ragazzi si sono riconosciuti e il mondo accademico si è interrogato, rappresentato da Gianni Sibilla, docente e direttore del master in Comunicazione musicale dell’Università Cattolica: "Il rap ha attecchito ed è diventato un genere molto comunicativo perché chi scrive e chi ascolta parla la stessa lingua. Il mio consiglio per chi vuole iniziare questa professione è di farla solo se è spinto dalla reale passione: il bello, se c’è motivazione, è riconosciuto anche dagli altri. Fare la musica solo per fame di successo non basta, perché chi davvero rimane è perché aveva qualcosa di più degli altri. La motivazione vera spinge ad andare avanti e a crescere, è questa la grande differenza". Ma anche l’arte cinematografica, grazie a un panel dedicato a esplorare come le tecnologie emergenti stiano trasformando i processi creativi in ambito musicale e cinematografico. Dai generatori di canzoni alle produzioni ibride tra umano e algoritmico, passando per l’estetica dei nuovi media e il ruolo della formazione critica, si riflette su cosa significa oggi creare, raccontare e innovare. Un confronto a più voci con Luca Ruju, ceo di Giffoni Innovation Hub, Samuele Valori, tutor master giornalismo e giornalista di Billboard, Massimo Locatelli, direttore Dams e master Ipm, e Francesco Giarrusso, esperto di Ai e didattica innovativa. Il worskshop è stato l’occasione per presentare in preview la piattaforma 'Avrei questa idea – The story incubator', una piattaforma che aiuta i giovani creativi dell’intrattenimento a proteggere e valorizzare le proprie idee, facilitando l’incontro con professionisti del settore e case di produzione per trasformarle in opportunità concrete. Un lavoro corale, quello di 100 ragazze e ragazzi che hanno firmato la Dichiarazione per il Futuro di Futuramente 2025. Sono le voci di giovani under18 delle scuole secondarie di secondo grado che, durante il webinar "100 change makers: il futuro che creiamo" dedicato agli obiettivi di sviluppo sostenibile (Sdgs), hanno affrontato le grandi sfide del presente: istruzione, lavoro, sostenibilità e parità. Ne sono emerse quattro dichiarazioni potenti, che compongono un messaggio collettivo: un invito all’azione, un impegno generazionale, una visione di futuro da costruire insieme. Non si può parlare di futuro senza pensare all’ambiente. Un’attenzione particolare, infatti, è stata dedicata alla tematica con iniziative concrete e sostenibili: Piantando ha permesso di raccogliere l’equivalente in peso di una bottiglietta di plastica per ogni partecipante, sia presente fisicamente che in live streaming, attraverso attività di pulizia in tutta Italia. Quest’anno sono state raccolte 1,7 tonnellate di rifiuti abbandonati, superando quanto raccolto l’anno scorso ovvero 1,2 tonnellate. In un’epoca in cui la crisi ambientale impone risposte urgenti, il ruolo delle aziende diventa cruciale. Con questa consapevolezza, Futuramente è stato anche il palcoscenico per rafforzare il dialogo tra A2A e la Generazione Z su un tema complesso e ancora troppo spesso lontano dalla percezione quotidiana, per questo difficile da comunicare: la biodiversità. Per intensificare il suo impegno in questo ambito fondamentale per il nostro futuro sul pianeta, A2A sta elaborando un Piano d’azione e ha avviato un percorso di ascolto e dialogo con i suoi stakeholder, da cui è emersa la consapevolezza che di biodiversità si parla ancora troppo poco. Comunicarla in modo accessibile ed efficace è una sfida imprescindibile che richiede il contributo di coloro che, guardando al futuro, saranno chiamati a guidare il cambiamento. Al centro del confronto, l’importanza della tutela della biodiversità, il ruolo delle imprese e le modalità con cui queste possono sensibilizzare e comunicare in modo autentico il proprio impegno ambientale, coinvolgendo attivamente le giovani generazioni. In collegamento, Pierluigi Sassi, presidente di Earth Day Italia, ha illustrato quali sono le principali azioni che Earth Day Italia sta portando avanti con i giovani per orientare le loro scelte verso uno sviluppo più sostenibile ed aiutarli ad essere protagonisti attivi e consapevoli del cambiamento. E poi, Eugenio Radin, content creator e divulgatore filosofico, ha accompagnato in una riflessione per smontare i falsi miti sul cambiamento climatico in un intervento dal titolo 'Parlare di ambiente senza farsi fregare'. Ambiente inteso in tutte le sue sfumature. Con 'GenZ4Pets: voci digitali per chi non ha voce', la Fondazione Cave Canem ha presentato il progetto realizzato con Giffoni Innovation Hub, dedicato a sensibilizzare su bullismo e cyberbullismo verso gli animali e presentare i risultati del percorso di professionalizzazione dei beneficiari della borsa lavoro Il cambiamento passa (anche) dalla salute mentale: sono 300 i ragazzi tra i 15 e 25 anni che hanno partecipato alla survey nazionale 'U-Report Italia', dedicata alla salute mentale giovanile, promossa da Unicef Italia e Giffoni Innovation Hub. Ansia e paura di non essere all’altezza mettono in dubbio il risultato dell’impegno scolastico e/o lavorativo per il 77 percento dei ragazzi intervistati. A commentare i dati raccolti, Riccardo Pedicone, creator, che da anni dialoga con la Gen Z su emozioni, scuola e relazioni, contribuendo a costruire una nuova narrazione pubblica sul benessere psicologico. Un argomento caro alle nuove generazioni, sempre più attente e consapevoli sul tema della salute mentale. Per questo, nel pomeriggio, Fondazione Progetto Itaca e Itaca Lab, no profit partner, hanno fornito ai ragazzi gli strumenti per riconoscere i segnali di disagio e le buone pratiche comunicative, dentro e fuori dai social, nell’incontro 'Parlare di salute mentale: strumenti per raccontarsi, aiutarsi, cambiare', con Jennifer Poni, content creator, Carolina de' Castiglioni, attrice e sceneggiatrice, Stefano Erzegovesi, medico psichiatra e nutrizionista, e Benedetta Balestri, co-founder di One Shot Agency e volontaria di Itaca Lab. —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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