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ICare 2025, dall’oncologia al fine vita l’anestesista-rianimatore al centro della cura

(Adnkronos) – Il congresso nazionale ICare 2025 della Siaarti (Società italiana di anestesia, analgesia, rianimazione e terapia intensiva) entra nel vivo affrontando anche nella seconda giornata alcuni dei temi più sentiti dalla popolazione: la gestione del dolore e l'accompagnamento nel fine vita. Un tema che non riguarda solo i pazienti oncologici, ma migliaia di persone che convivono con malattie croniche o degenerative e che chiedono cure capaci di rispettare la dignità e la qualità della vita. Dalle sessioni dedicate al dolore oncologico e alle palliative in ospedale emerge la figura dell'anestesista-rianimatore come riferimento clinico e umano lungo tutto il percorso assistenziale. Al congresso ICare si è discusso di dolore cronico e del cosiddetto breakthrough pain, cioè un dolore improvviso e molto intenso che compare all'improvviso anche in pazienti già in trattamento, e che richiede interventi rapidi e personalizzati. Tra i temi più importanti anche le difficoltà di accesso ai centri specializzati e la necessità di una rete nazionale che permetta a ogni cittadino di ricevere un trattamento adeguato e tempestivo. "Il trattamento del dolore non può essere confinato alle ultime fasi di una malattia – afferma Silvia Natoli, responsabile dell'Area culturale Siaarti Medicina del dolore e cure palliative – Troppo spesso la terapia antalgica è considerata un atto dovuto per accompagnare le ultime fasi della vita, e in questi casi spesso arriva tardi o in modo frammentario. Invece può riguardare anche i pazienti con malattie croniche e lunga aspettativa di vita. E' dunque essenziale una presa in carico continuativa e multidisciplinare che accompagni il paziente con dolore per tutto il tempo necessario, integrando farmaci, tecniche interventistiche e supporto psicologico. Gli oppioidi, se gestiti in modo appropriato, restano strumenti fondamentali e sicuri. Serve però più conoscenza e meno pregiudizio: il dolore non è un destino inevitabile, ma una condizione che la medicina moderna può e deve controllare". Le sessioni 'L'anestesista-rianimatore protagonista nella gestione del dolore oncologico e cure palliative in ospedale' e 'Cure palliative in Terapia intensiva' – riferisce una nota dal meeting – affrontano il ruolo delle équipe nella gestione delle decisioni difficili, dal sostegno alle famiglie alla proporzionalità delle cure nei reparti critici. "In Terapia intensiva – spiega Alberto Giannini, responsabile del Comitato etico Siaarti – il compito dei medici non è solo o principalmente di prolungare la vita, ma anche di preservarne la qualità. Quando i trattamenti diventano sproporzionati – perché non più clinicamente appropriati o perché troppo gravosi per la persona malata – è giusto rimodularli in chiave palliativa, continuando a prendersi cura del paziente per alleviare il dolore e ogni forma di sofferenza, e garantendo rispetto e dignità alla persona. E' un atto medico, un gesto attento di cura, non una rinuncia". Il congresso Siaarti si conferma così un punto di riferimento per un dibattito che coinvolge non solo i professionisti, ma anche la società, toccando temi di grande impatto pubblico: la cura del dolore come diritto, l'etica delle decisioni di fine vita, la formazione alla comunicazione con i pazienti e le famiglie, e l'uso delle nuove tecnologie – dall'intelligenza artificiale al monitoraggio remoto – per una medicina sempre più personalizzata e umana, sottolinea la società scientifica degli anestesisti-rianimatori. Con questo spirito, Siaarti annuncia il prossimo congresso della sua Area culturale dolore e cure palliative (Acd), che si terrà a Riccione dall'8 al 10 aprile 2026, per proseguire il confronto scientifico e culturale sul diritto al sollievo e sull'evoluzione delle cure palliative nel sistema sanitario nazionale. 
—salutewebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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