(Adnkronos) –
"Indignazione, aberrazione, ipocrisia". Sono i termini che Francesca Albanese, relatrice speciale delle Nazioni Unite per le violazioni dei diritti umani commessi nel territorio palestinese occupato, usa per parlare della proposta di Donald Trump di 'svuotare' Gaza, deportando centinaia di migliaia di palestinesi – "ma loro non se ne andranno mai volontariamente" – della reazione dell'Italia e della maggior parte dell’Europa e della profonda frattura nel sistema internazionale. Dopo averla già definita "grottesca e illegale", Albanese denuncia l'idea del presidente americano, che "calpesta principi fondamentali del diritto internazionale e colpisce al cuore il sistema internazionale così come lo abbiamo conosciuto". Se anche dietro la sua proposta "folle e aberrante" dovesse nascondersi una tattica negoziale, come qualcuno sostiene, "sta comunque parlando di una serie di crimini internazionali", la deportazione dei palestinesi e l’occupazione illegale del loro territorio, dice la relatrice dell'Onu all'Adnkronos, "e sta distruggendo principi di cui noi occidentali in primis abbiamo beneficiato". Se dice che "prenderà possesso di Gaza", cosa fa pensare che poi non farà lo stesso anche con la Groenlandia, avverte Albanese, che in questi giorni si trova in missione in Danimarca, dove sono tutti "molto preoccupati" per le dichiarazioni del presidente americano. Ma se Trump è andato molto oltre l'immaginabile – "premettendo che gli Stati Uniti hanno spesso violato il diritto internazionale, incluso attraverso l’aggressione di altri paesi senza mai pagare le conseguenze – "la vera, profonda delusione arriva dall'Italia e dall'Europa, che si prostra ai diktat di Washington", accusa la relatrice dell'Onu. Che denuncia "l'ipocrisia" di quanti hanno sempre sostenuto la soluzione dei 2 Stati per poi dire, adesso che Gaza è distrutta e la Cisgiordania "è in preda ad un’aggressione violenta", che lo Stato di Palestina non esiste. "Lo Stato di Palestina esiste e i palestinesi non se ne andranno mai volontariamente – scandisce Albanese – Certo, sono liberi di fare quello che vogliono, ma se avessero voluto andarsene, lo avrebbero fatto quando erano sotto la pioggia di bombe a Gaza, quando è iniziata l'operazione a Rafah a maggio 2024”. “In questo momento desolante e di confusione bisogna trovare la calma e il rispetto delle regole”, conclude la relatrice. —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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