(Adnkronos) – "In questi anni siamo stati il primo centro in Italia per numero di trattamenti. Aprire questa nuova sede serviva a dare ulteriore dimostrazione di quanto sia importante fornire ai pazienti le tecnologie migliori per affrontare la denatalità e l'infertilità. Nel 2022 i trattamenti di Pma hanno contribuito alla nascita di circa il 4% dei bambini in Italia". Lo ha detto Francesco Gebbia, direttore di Ivi Roma, a margine dell'inaugurazione, nella Capitale, della nuova clinica del gruppo specializzato in procreazione medicalmente assistita, sottolineando che, con i nuovi spazi "saremo in grado di raddoppiare i cicli e superare quota 4mila l'anno". "Le applicazioni delle tecniche sono in continuo aumento – ha spiegato Gebbia – Questa clinica, che possiamo definire la più tecnologica di Pma in Italia, è il frutto di anni di ricerca e investimenti. Siamo i primi ad adottare sistemi di monitoraggio costante di temperatura e pressione dei gas per custodire gameti ed embrioni nel miglior modo possibile, così da far esprimere al massimo il loro potenziale riproduttivo". Il direttore ha ricordato che Ivi Italia "dal 2021 ha seguito oltre 4.300 coppie portando alla nascita di più di 2.600 bambini, con un incremento del 200% nelle procedure di vitrificazione ovocitaria tra il 2021 e il 2024". "Siamo stati tra i primi – ha aggiunto lo specialista – a utilizzare l'intelligenza artificiale nella vitrificazione ovocitaria, confrontando i dati dei nostri ovociti con un database mondiale di oltre 400mila campioni per offrire alle pazienti indicazioni più precise sulle probabilità di successo". Tra le innovazioni, Gebbia ha citato anche i sistemi di timelapse e di scoring embrionale, "strumenti che supportano l'embriologo nella scelta delle blastocisti migliori da trasferire, aumentando i tassi di gravidanza". Sul fronte della preservazione della fertilità, "la vitrificazione ovocitaria rappresenta un modo per prevenire l'infertilità – ha illustrato il direttore Ivi Roma – Sarebbe auspicabile che questa possibilità si diffondesse anche oltre i centri privati, per patologie come l'endometriosi, per casi oncologici, o semplicemente per donne che per motivi di carriera, studio o assenza di un partner non possono avere un figlio nel momento biologicamente più favorevole. L'età media di chi si rivolge a noi per la preservazione della fertilità è di 37 anni – ha ricordato – un dato ancora troppo alto rispetto all'età ottimale, che sarebbe sotto i 35. Il nostro obiettivo, anche tramite campagne di sensibilizzazione, è diffondere la consapevolezza che anticipare la vitrificazione può fare la differenza nel futuro riproduttivo delle donne". —[email protected] (Web Info)
Fecondazione, Gebbia (Ivi Roma): “Con nuovo centro raddoppieremo cicli a oltre 4mila l’anno”
