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E’ morto Jimmy Cliff, la voce che portò il reggae nel mondo

(Adnkronos) – Era la leggendaria voce del reggae giamaicano e protagonista del film cult poliziesco "Più duro è, più forte cade" ("Harder They Come", 1972) di Perry Henzell, che grazie alla sua colonna sonora portò il reggae al mondo intero. Il cantante giamaicano Jimmy Cliff è morto domenica 23 novembre all'età di 81 anni, come ha annunciato la moglie Latifa Chambers attraverso un messaggio su Instagram: "È con profonda tristezza che vi annuncio che mio marito, Jimmy Cliff, è mancato a causa di una crisi epilettica seguita da polmonite. A tutti i suoi fan in tutto il mondo dico: sappiate che il vostro sostegno è stato la sua forza per tutta la sua carriera. Jimmy, tesoro mio, che tu possa riposare in pace. Seguirò i tuoi desideri". Il messaggio è stato firmato anche dai figli, Lilty e Aken. Cliff è stato uno dei pochi artisti in grado di portare il reggae dai vicoli di Kingston, capitale della Giamaica, al palcoscenico internazionale, ben prima dell'esplosione del fenomeno Bob Marley, facendo conoscere la musica giamaicana in tutto il mondo. E' noto per le canzoni "Reggae Night", "Hot Shot", "Sitting in Limbo", "Wild World", "I Can See Clearly Now", "You Can Get It If You Really Want" e "Many Rivers to Cross", inserita in "Più duro è, più forte cade", il film che ebbe un ruolo importante nella diffusione mondiale della musica reggae. Nato come James Chambers il 30 luglio 1944, ottavo di nove figli, crebbe in condizioni di povertà. Iniziò a cantare nella chiesa locale all'età di sei anni, mostrando fin da subito una voce limpida e melodica. A 14 anni si trasferì a Kingston, dove adottò il cognome d'arte "Cliff", simbolo delle vette che ambiva a raggiungere nella carriera musicale. Il suo primo successo nazionale fu "Hurricane Hattie", prodotto da Leslie Kong, figura chiave nella sua formazione artistica. Negli anni Sessanta pubblicò singoli come "King of Kings" e "Pride and Passion", inizialmente popolari soprattutto in Giamaica, ma destinati a un pubblico internazionale. Nel 1964 fu scelto per rappresentare la Giamaica all'Esposizione Universale di New York. Lì attirò l'attenzione dell'Island Records, etichetta britannica che avrebbe ospitato anche Bob Marley. Con il primo album "Hard Road to Travel" (1968) conquistò critica e pubblico. Il singolo "Wonderful World, Beautiful People" scalò le classifiche inglesi, mentre Vietnam, canzone di protesta, ricevette l'elogio di Bob Dylan, che la definì "la miglior canzone di protesta mai ascoltata". La svolta definitiva arrivò nel 1972 con il film "Più duro è, più forte cade", in cui Cliff interpretava Ivan Martin, giovane musicista alle prese con il mondo corrotto della musica giamaicana. La pellicola divenne un cult internazionale, contribuendo a diffondere il reggae negli Stati Uniti e in Europa. La colonna sonora del film, contenente successi come "You Can Get It If You Really Want" e "Many Rivers to Cross", è considerata una delle più influenti nella storia della musica caraibica. Cliff stesso definì il film "la porta che si aprì sul mondo: mostrò da dove veniva davvero questa musica". Negli anni successivi Cliff continuò a incidere dischi e collaborare con artisti internazionali. Viaggiò in Africa, si avvicinò all'Islam e partecipò a progetti come "Power & the Glory" dei Kool & the Gang (1983). Nel 1985 vinse un Grammy con l'album "Cliff Hanger". Il suo lavoro è stato riconosciuto anche dallo Stato giamaicano: Cliff ricevette l'Order of Merit, uno dei più alti riconoscimenti culturali, e nel 2010 è stato introdotto nella Rock and Roll Hall of Fame. Tra le sue ultime produzioni spicca l'album "Rebirth" (2012), salutato come un ritorno alle sonorità dei primi anni Settanta. Cliff si cimentò di nuovo anche nel cinema: nel 1990 apparve nel film "Programmato per uccidere" con Steven Seagal, interpretando il brano "John Crow". Nonostante l'età e la lunga carriera, ha continuato a esibirsi e a portare il reggae sui palchi internazionali fino a pochi anni fa, mantenendo intatto il suo carisma e la sua energia. Gli ultimi album incisi sono "Rebirth" (2012) e "The Kcrw Session" (2013). (di Paolo Martini) 
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