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Dazi, Lagarde: “Da commercio globale diviso in blocchi rischi per tutti”

(Adnkronos) – “Se il commercio globale dovesse frammentarsi in blocchi concorrenti, il commercio mondiale si contrarrebbe in modo significativo, e tutte le principali economie peggiorerebbero”. Lo ha detto la presidente della Bce, Christine Lagarde, in un intervento alla People's Bank of China, a Pechino. E dunque, “se vogliamo seriamente preservare la nostra prosperità, dobbiamo perseguire soluzioni cooperative, anche a fronte di differenze geopolitiche”, ha ammonito. “Le politiche commerciali coercitive non sono una soluzione sostenibile alle attuali tensioni commerciali”, ha detto ancora Lagarde, evidenziando che il protezionismo punta ad affrontare gli squilibri non risolvendone “le cause alla radice” ma erodendo “le fondamenta della prosperità globale”. E “con i Paesi ora profondamente integrati attraverso le catene di approvvigionamento globali – ma non più allineati geopoliticamente come in passato – questo rischio è più grande che mai. Le politiche commerciali coercitive hanno molte più probabilità di provocare ritorsioni e di portare a risultati reciprocamente dannosi”, ha messo in guardia Lagarde. Intanto, al termine di due giorni di colloqui a Londra, Cina e Stati Uniti hanno raggiunto un principio d'intesa su un "quadro" per attuare gli accordi commerciali raggiunti nelle ultime settimane. Lo ha annunciato il viceministro del Commercio cinese Li Chenggang, spiegando che le delegazioni hanno condotto "scambi professionali, razionali, approfonditi e franchi" in merito al consenso emerso nella telefonata del 5 giugno tra i due capi di Stato e agli accordi siglati a Ginevra lo scorso mese. Anche il segretario al Commercio degli Stati Uniti, Howard Lutnick, ha confermato che "è stato concordato un quadro per attuare il consenso di Ginevra", come riportato dai media americani. I colloqui si sono svolti in un clima di tregua, con la sospensione temporanea delle misure più dure: gli Stati Uniti hanno ridotto i dazi sulle importazioni cinesi dal 145% al 30%, mentre la Cina ha abbassato le tariffe sui beni statunitensi dal 125% al 10%. Queste misure resteranno in vigore per 90 giorni. A Londra l’attenzione si è spostata sul tema dei controlli alle esportazioni: Pechino ha recentemente introdotto restrizioni sulle terre rare e una nuova procedura per le licenze, mentre Washington ha limitato la vendita di software per la progettazione di chip avanzati e componenti aeronautici sensibili. Non è stato ancora comunicato quando e dove si terrà il prossimo round di negoziati.  —economiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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