(Adnkronos) – “Dobbiamo attrezzarci verso un cloud sovrano italiano”, perché “in un mondo in cui qualsiasi soggetto si può alzare e aumenta i dazi” c’è il rischio che potrebbe anche dire di “interrompere la fornitura di servizi per tutto ciò che sta nel cloud di soggetti di un’altra nazione”. E’ il monito dell’amministratore delegato di Tim, Pietro Labriola, nel suo intervento alla presentazione del Cyber Index Pmi 2024. “Fantascienza? Quando le aziende cinesi sono state bannate, 7-8 anni fa, si sono trovate nell’impossibilità di accendere i computer perché Microsoft aveva bloccato le licenze”. Un tema, questo, che "prima o poi tutti i Paesi, non solo l'Italia, dovranno affrontare", sottolinea l'ad. Se per regolare il settore delle telecomunicazioni servono anni di analisi di mercato, si finisce per regolare qualcosa che è già cambiato. Lo ha sottolineato Pietro Labriola, ad di Tim e delegato dal presidente di Confindustria alla transizione digitale, nel suo intervento alla presentazione del rapporto Cyber Index Pmi 2024. “Se una norma prevede due anni di analisi, si sta regolando il futuro con lo specchietto retrovisore”, ha detto infatti il manager. “E’ uno dei punti che ho sollevato anche nelle varie interlocuzioni con il Mimit e con il sistema Paese: una modalità intelligente per permettere un’accelerazione nello sviluppo delle infrastrutture è quello di garantire il rinnovo gratuito delle frequenze a fronte di un impegno di costruzioni di rete delle comunicazioni”. Ha sottolineato Labriola parlando della proroga gratuita delle frequenze G5 decisa dalla Germania. “La stessa cosa è stata fatta anche in Brasile sul 5G, quindi noi lo abbiamo iniziato a dire un anno fa”, ha chiosato l’ad. Sull’energia “avevamo detto che la nostra strategia è quella della customer platform, ovvero di vendere assicurazioni, luce, gas. Ora abbiamo l’opportunità di avere un player come Poste con cui si crea una possibile partnership. Per fortuna, sono tutte cose partite quando non era ancora azionista”. “Noi avevamo dei mobile Virtual Network Operator (mvno) – ha sottolineato infine-che sono andati con Vodafone e Fastweb e ci sono degli Mvno che stanno venendo da noi. Tra questi c’è anche Poste, è una negoziazione in corso. Ora, essendo Poste diventato anche nostro azionista dovremo fare estrema attenzione a tutte le tematiche legate alle parti correlate ma è ‘business as usual’”. —economiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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