Cultura fondamentale per persone con disabilità intellettiva, prosegue impegno Fai

(Adnkronos) – L’accesso alla cultura è fondamentale per la crescita delle persone con disabilità intellettive, è un’occasione unica per sperimentare nuove modalità e strumenti di comunicazione, meno rigidi e fondamentali per entrare in contatto con le proprie emozioni e condividere esperienze. E' uno degli aspetti emersi da un’indagine condotta da Iqvia – su circa 1.200 persone tra popolazione generale, caregiver e professionisti che assistono persone con disabilità intellettive – in occasione della Giornata internazionale delle persone con disabilità.  L'indagine rientra nell'impegno del Fondo per l’Ambiente Italiano Ets (Fai) per rendere il patrimonio storico, artistico e paesaggistico accessibile a un pubblico sempre più ampio, promuovendo la piena partecipazione delle persone alla vita culturale, in linea con l’articolo 30 della Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità. Un percorso che la Fondazione porta avanti attraverso progetti sviluppati in collaborazione con enti e associazioni del territorio, con l’obiettivo di ridurre le barriere sensoriali e cognitive e di costruire esperienze di visita sempre più inclusive e partecipative. Tra le iniziative più longeve, 'Museo per tutti' – ideato e realizzato dall’associazione L’abilità onlus con il supporto di Viatris, azienda globale che opera nell’ambito della salute – rappresenta da anni un modello di accessibilità culturale, in grado di rendere i beni del Fai sempre più fruibili per le persone con disabilità intellettive e i loro caregiver. Un percorso di accessibilità e inclusione in costante evoluzione, che dal 2016 ad oggi ha visto 16 beni della Fondazione entrare a far parte di questa rete.  La survey, presentata oggi – condotta tra marzo e aprile 2025 con la consulenza di L’abilità, che ha supportato sia la progettazione della ricerca sia l’individuazione di caregiver e operatori – fa emergere come caregiver e operatori considerino l’accesso alla cultura fondamentale per la crescita delle persone con disabilità intellettive. Gli intervistati indicano con chiarezza le azioni da intraprendere per rendere i luoghi di cultura sempre più inclusivi e accessibili: la formazione del personale, la presenza di materiale informativo facilitato e la creazione di percorsi dedicati. L’indagine rivela inoltre quanto ancora sia limitata la conoscenza delle disabilità intellettive, il 54% della popolazione dichiara di non averne consapevolezza, questo pone ancora con maggiore evidenza l’importanza di progetti mirati all’inclusione e sensibilizzazione verso questa tipologia di disabilità. Se si considerano poi gli ambiti fondamentali per il benessere e la qualità della vita – istruzione, crescita professionale, attività ricreative, sportive, culturali e relazionali – dall'indagine emergono differenze nelle percezioni della loro importanza tra le diverse popolazioni intervistate. Per la popolazione generale, l’istruzione è l’ambito più rilevante per il benessere (68%), seguita dalla crescita professionale (57%), mentre solo il 31% considera centrali per una vita piena e soddisfacente le attività culturali come la visita a mostre e musei. Il dato cambia notevolmente quando la stessa domanda viene posta a operatori e caregiver: pur ritenendo fondamentali formazione e lavoro, attribuiscono grande valore anche alle attività culturali, con un dato raddoppiato rispetto alla popolazione generale (rispettivamente il 67% e 70%). L’importanza del patrimonio artistico e culturale è riconosciuta da tutti, ma con diversa intensità: l’85% della popolazione generale lo considera utile al benessere personale, ma solo il 38% lo ritiene molto importante, percentuale che sale al 69% tra i caregiver e al 76% tra gli operatori. Il divario aumenta sulla sua fruibilità: se per il 23% della popolazione generale il patrimonio risulta poco o per nulla accessibile, la quota sale al 71% tra i caregiver e al 74% tra gli operatori, che vivono più da vicino le difficoltà di inclusione.  “Quando parliamo di disabilità intellettiva – spiega Carlo Riva, direttore dei servizi di L’abilità onlus e ideatore di 'Museo per tutti' – ci riferiamo a una condizione che riguarda la capacità di comprendere informazioni complesse, orientarsi in contesti nuovi, comunicare bisogni ed emozioni. Non è una fragilità rara, ma una realtà che coinvolge molte famiglie e che, come mostra l’indagine, oltre la metà degli intervistati ancora non conosce. Questa scarsa consapevolezza genera ostacoli concreti: caregiver e operatori raccontano visite spesso faticose, solitarie, prive di strumenti adeguati. Eppure, l’accesso ai luoghi della bellezza e della conoscenza è essenziale per una vita piena per tutti. È per questo che il percorso di Museo per tutti avviato da L’abilità anche con il FAI è così importante: abbiamo il dovere di progettare insieme alle persone, ascoltare i loro bisogni e rendere ogni esperienza di visita possibile, inclusiva e davvero accogliente”. La poca inclusività emerge ancor più chiaramente dalle sensazioni provate durante una visita culturale in un museo o una mostra: mentre la popolazione generale si sente appagata dall’esperienza (58%) e accolta (38%), il 32% dei caregiver riferisce sensazioni negative, legate a disagio, solitudine, mancanza di spiegazioni adeguate e fatica. In caso di accoglienza inclusiva, si genera quasi stupore per la poca consuetudine a questo tipo di supporto. Anche il 19% degli operatori riporta delle sensazioni negative, determinate da un senso di abbandono, poca inclusività e una necessità di interventi frequenti da parte loro per rendere possibile la fruizione dell’esperienza alla persona con disabilità intellettive. Anche la frequenza delle visite è bassa: dichiara di non andare mai o quasi mai a mostre e musei il 40% della popolazione generale, il 55% dei caregiver e il 57% degli operatori. Le motivazioni differiscono: per il pubblico generale prevalgono mancanza di tempo, costi e difficoltà logistiche (34%, 26% e 19%), mentre caregiver e operatori citano soprattutto la complessità organizzativa (46% e 47%) e la carenza di informazioni adatte alle persone con disabilità intellettive (25% e 12%). Secondo caregiver e operatori, la cultura è l’ambito in cui famiglie e persone con disabilità intellettive ricevono meno supporto (79% e 75%), seguito da lavoro e ambito ricreativo, a differenza di scuola e sport, dove i servizi e il personale dedicato risultano più presenti. Il mondo della cultura appare oggi solo in parte pronto ad 'accogliere la disabilità'. Nonostante i caregiver e gli operatori riconoscano i progressi nell’inclusione rispetto a qualche anno fa in questo ambito, emergono alcune aree di miglioramento per rendere l’ambiente ancora più inclusivo, come modulare offerte calibrate sulle diverse sensibilità, anche a seconda dei diversi linguaggi artistici, e proporre percorsi dedicati, ad esempio selezionando alcune opere e prevedendo un tempo di fruizione adeguato. Tra gli strumenti ritenuti più utili da caregiver e operatori figurano anche personale formato, laboratori educativi inclusivi e materiali informativi con didascalie e guide in linguaggio semplice. Molte di queste indicazioni confermano la validità della direzione già intrapresa dall’iniziativa “Museo per tutti” di L’abilità Onlus, sottolineando l’importanza di progetti che promuovono inclusività e accessibilità culturale, permettendo a tutti i visitatori di vivere pienamente e senza difficoltà i Beni del Fai. "I risultati della ricerca offrono indicazioni utili per comprendere al meglio le esigenze delle persone e orientare in modo sempre più consapevole la definizione dei materiali, degli strumenti di comunicazione e dell’organizzazione delle visite. Il nostro obiettivo è rendere la fruizione dei Beni Fai quanto più agevole e completa per tutti. Questo approccio continua a guidare il nostro lavoro quotidiano, grazie anche al prezioso sostegno di Viatris”, sottolinea Davide Usai, Direttore Generale Fai. "Questa indagine conferma l’importanza dell’accesso alla cultura per tutti, senza alcuna distinzione: siamo felici di supportare Museo per tutti che si pone proprio questo obiettivo", dichiara Fabio Torriglia, Country Manager di Viatris Italia. "In Viatris, l'accesso è fondamentale per la nostra mission di consentire alle persone nel mondo di vivere una vita più sana in ogni sua fase. Prende il via dalla nostra capacità di offrire in modo sostenibile farmaci di alta qualità alle persone, indipendentemente dal luogo o dal contesto di riferimento. Ma il nostro impegno per l'accesso va oltre: diamo il nostro contributo alla creazione di comunità sane e inclusive, dove tutti hanno accesso alle stesse opportunità”. 
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Scritto da staff

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