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Colavita, team Ferrari: “Mi alleno ogni giorno sognando la 24 Ore di Le Mans”

(Adnkronos) – Giovane, talentuoso e già protagonista: Leonardo Colavita, 19 anni, è la promessa del motorsport italiano. Dopo essere diventato il più giovane pilota a esordire in EuroNascar a soli 16 anni, ha conquistato nel 2024 il campionato Gt Endurance su Ferrari. Oggi guida la Ferrari 296 GT3 nel campionato Italiano Aci Sport, dove con il team Af Corse è in testa alla classifica Pro Am. La passione per i motori trasmessa dai suoi nonni è diventata il lavoro al quale ha deciso di dedicarsi appieno. Ora sogna di diventare un pilota ufficiale del Cavallino rampante. 
E' il primo in classifica e la stagione sembra procedere alla grande. Sente la pressione oppure i risultati le danno ancora più carica?
 "Mi danno ancora più carica e continuano a darci fiducia. Sappiamo di avere una macchina fantastica con Af Corse, che è uno dei team più vincenti della storia del Gt. Spesso è difficile far combaciare anche il lato umano con la macchina. Invece abbiamo trovato un gruppo di lavoro veramente fantastico e i risultati ci stanno solo dimostrando che stiamo lavorando bene".  
Com’è il rapporto con i suoi compagni di squadra, Ibrahim Badawi e David Vidales?
 "Uno dei migliori che abbia mai avuto in carriera. Riusciamo a lavorare bene insieme e non c'è una competitività che va oltre il lato costruttivo. Spesso ci sono compagni che vanno forte ma che non vogliono darti consigli né una mano mentre noi lavoriamo tutti nella stessa direzione". 
La sua passione per la guida è nata con i kart: cosa l'ha spinta verso il motorsport?
 "Spesso nel motorsport diventano piloti i figli di altri piloti o persone che lavorano nel motorsport. Io invece vengo da tutt'altro, la mia famiglia lavora nel mondo del food e io non avevo legami con questo mondo. Ho imparato con i miei due nonni a guidare la macchina. Il mio nonno materno aveva un’officina e io lavoravo alle macchine con lui. Mi mise in macchina per la prima volta a nove anni. Mio nonno paterno invece aveva una vecchia auto d'epoca e mi spiegava come portarla. Era il mio modo per legare con loro e dopo è diventata la mia più grande passione".  
Oltre alla vita da pilota cosa fa Leonardo Colavita fuori dalla pista?
 "Ho studiato fino a gennaio in un’università negli Stati Uniti, però mi sono reso conto che non riuscivo a fare tutto. Sono molto competitivo, voglio andare bene a scuola, voglio andare bene in pista, però la realtà è che c'è un motivo per cui tutti i piloti fanno solo quello. Quindi da gennaio vivo con i miei preparatori e mi alleno tutti i giorni. La mia vita è completamente cambiata da gennaio non esiste più un Leo fuori dal motorsport". 
Quando ha esordito in EuroNascar aveva 16 anni ed era il più giovane di sempre. Roba da Guinness dei primati…
 "Non ne ero consapevole. Spesso si sente parlare di ragazzi che fanno cose del genere. Mi dicevo che fosse un caso, però riguardando indietro e rivedendo le foto, anche se sono passati solo tre anni, dico ‘cavolo quanto ero piccolo e quanto avevo ancora da imparare’. Non immaginavo cosa mi aspettasse, venendo dai kart mi dicevo: ‘dai sono macchine un po' più grandi, le piste sono più grandi e i piloti sono più adulti’. Invece c'era tanto lavoro dietro e penso che se avessi saputo da subito quanto bisognava soffrire, imparare, forse non l'avrei fatto, ma quello è il vantaggio dell'inconsapevolezza".  
Nel 2023 ha perso un titolo per colpa dell'esaurimento del carburante, cosa ha imparato dal quel momento?
 "Sarà un po' scaramantico, ma di non celebrare mai fino al traguardo, perché mi ricordo che dentro la macchina pensavo: ‘dai sto arrivando, manca poco e avrò vinto un campionato’. Per me era fatta, anche nel box stavano celebrando. Il mio manager, Veneziani, nel momento di massima delusione mi ha preso e mi ha fatto capire che al di là del risultato il lavoro che abbiamo fatto è stato giusto e che se io avessi vinto il campionato sarei stato lo stesso pilota. Mi è stato vicino e mi ha fatto capire che nel grande percorso della mia carriera è una cosa che un giorno riguarderò ridendo. Non è ancora arrivato quel giorno, se ci ripenso fa male, però spero abbia ragione".  
La sua pista preferita?
 "Difficile scegliere tra Imola e Vallelunga. Imola per quanto riguarda la guida è un autodromo imbattibile, mi è dispiaciuto molto vederla andare via dal calendario della Formula 1. Però ho anche un legame con Vallelunga molto sentimentale perché è una pista di casa per me dove spesso viene tutta la mia famiglia a vedermi". 
Dove si vede tra 5 anni?
 "Vorrei essere nel campionato del mondo Endurance e correre gare come la 24 Ore di Le Mans e la 24 Ore di Spa. Sono pienamente concentrato sul mondo Gt". —[email protected] (Web Info)

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