(Adnkronos) – A due giorni dallo sciopero generale proclamato dai sindacati di base a sostegno del popolo palestinese, in alcune città ripartono i cortei per manifestare dopo l’attacco alla Global Sumud Flotilla. La protesta è nata in risposta a quanto avvenuto nelle acque internazionali al largo di Creta, dove l’imbarcazione umanitaria diretta a Gaza è stata colpita da droni. A Torino un corteo di oltre un migliaio manifestanti pro Palestina è partito nel tardo pomeriggio da piazza Castello e ha raggiunto a stazione ferroviaria di Torino Porta Susa e, dopo aver attraversato i binari, ha bloccato un convoglio con lo slogan 'Intifada pure qua se non cambierà'. Durante l’occupazione dei binari, sono stati imbrattati anche i muri della stazione con scritte in rosso e nero. Tra queste si legge ‘Morte al sionismo’, ‘Gaza Free’, ‘Infuria, difendi, ribellati’ mentre alcuni manifestanti hanno tentato di affiggere sul treno fermo in stazione alcuni manifesti con la scritta ‘Giu’ le mani dalla Global Sumud Flotilla’. Ad accompagnare l’occupazione cori ‘Free Palestine’ e ‘Blocchiamo tutto’. "Quella iniziata lunedì è una mobilitazione permanente, lunedì è stata una piazza incredibile e adesso non dobbiamo essere da meno", hanno scandito i manifestanti dal megafono. "Il popolo italiano si è davvero svegliato con una coscienza e non si fermerà davanti a niente, non scenderemo al compromesso. Non ci prenderanno in giro, non basta mandare una nave ad aiutare, bisogna smettere di vendere armi a Israele. Il popolo italiano non accetta le ipocrisie”, hanno aggiunto poco prima di partire in corteo per le vie del centro di Torino. Al momento non si registrano tensioni al presidio Cub di Milano, partito in corteo da piazza della Scala a Milano, i partecipanti sono entrati in piazza Castello sulle note di 'Bella Ciao'. Scanditi alcuni slogan "se non cambierà Intifada pure qua" e "Netanyahu criminale". I manifestanti esprimono solidarietà alla Flotilla e chiedono il rilascio dei giovani fermati durante gli scontri di lunedì scorso. "Se non cambierà bloccheremo la città", lo slogan scandito. Bandiere della Palestina al vento e uno striscione che definisce "Meloni complice del genocidio". Cori decisi contro Netanyahu definito "assassino" e Israele apostrofato "criminale". Dal microfono inviti alla "mobilitazione permanente" e a "bloccare tutto". Pietro Cusimano dell'Usb attacca il governo: "Hanno dato più rilevanza a dieci vetrine rotte che a 60mila morti". —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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