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Ai Horizon Summit 2025, cardiologi: “Con algoritmi migliora diagnosi aritmie”

(Adnkronos) – “L’anziano è un soggetto molto predisposto ad aritmie, sia benigne che maligne, ma comunque clinicamente rilevanti, soprattutto quando si manifestano con sincopi o cadute non spiegate. Monitorare il paziente nella vita quotidiana e poter associare un’aritmia a un episodio di perdita di coscienza è estremamente importante. Oggi gli algoritmi basati sull’intelligenza artificiale migliorano significativamente la diagnosi, riducendo il numero di falsi positivi che, nei pazienti anziani, possono essere molto frequenti. Queste tecnologie stanno offrendo un supporto prezioso nella diagnosi sia delle sincopi che della fibrillazione atriale”. Lo ha spiegato Andrea Ungar, professore ordinario dell’Università di Firenze e presidente del Gimsi- Gruppo italiano multidisciplinare per lo studio della sincope, all’Ai Horizon Summit 2025, che ha riunito a Roma oltre 220 esperti da 16 Paesi per un confronto sul futuro dell’intelligenza artificiale applicata alla cardiologia. Protagonista del Summit è 'AccuRhythm AI', la tecnologia di intelligenza artificiale sviluppata da Medtronic e integrata nei dispositivi di monitoraggio cardiaco impiantabile Reveal Linq e Linq II. 'AccuRhythm AI' utilizza avanzati algoritmi di deep learning – una branca dell’intelligenza artificiale che replica il funzionamento delle reti neurali del cervello umano – per analizzare grandi quantità di dati Ecg raccolti dai dispositivi Linq, migliorando l’accuratezza e l’affidabilità delle informazioni cliniche trasmesse ai medici. Gli algoritmi distinguono automaticamente gli eventi aritmici reali (ossia irregolarità del ritmo cardiaco) dagli artefatti, ovvero disturbi o segnali non clinicamente rilevanti che possono generare falsi allarmi. La tecnologia è in grado di identificare con altissima accuratezza due delle condizioni più comuni e potenzialmente gravi: la fibrillazione atriale (Fa), un ritmo irregolare o rapido nelle camere superiori del cuore che può favorire la formazione di coaguli e aumentare il rischio di ictus, e l’asistolia, una lunga pausa tra i battiti cardiaci che può causare perdita di coscienza (sincope) o, nei casi più severi, arresto cardiaco. “L'invecchiamento costante della popolazione porta a un aumento dei pazienti cronici e delle cronicità – aggiunge il cardiologo Luca Santini – Parallelamente stiamo assistendo a una drammatica riduzione delle risorse in campo, sia umane che sanitarie. Abbiamo bisogno di un aiuto. L'aiuto può arrivare dalla tecnologia anche perché oggi dobbiamo valutare i nostri pazienti in maniera multidimensionale, prendere in considerazione i dati di genetica, di biochimica e di imaging”.  “Abbiamo quindi bisogno di un aiuto che ci sostenga in questo sforzo e l'intelligenza artificiale e la digital health è sicuramente la risposta giusta. L’intelligenza artificiale – aggiunge Santini – è lo strumento che ci consente di integrare e filtrare l’enorme quantità di dati clinici che oggi abbiamo a disposizione, trasformandoli in informazioni utili e immediatamente applicabili. È un aiuto concreto per migliorare l’efficienza clinica e la qualità della cura. L’obiettivo finale – chiarisce – è passare dalla predizione alla prevenzione: riuscire ad anticipare eventi gravi come un ictus o un arresto cardiaco, grazie a una gestione organizzata e tempestiva dei dati. Tutto questo – conclude il cardiologo – si inserisce nel quadro della medicina di precisione, che mira a terapie sempre più personalizzate per ogni singolo paziente”. Per i clinici, la piattaforma 'AccuRhythm AI' e l’ecosistema digitale CareLink – la rete digitale che connette in modo sicuro dispositivi impiantabili (come Linq™, pacemaker e defibrillatori) con medici e pazienti- rappresentano un’evoluzione profonda nel modo di lavorare: l’analisi automatica e intelligente dei dati consente di ridurre del 91% i falsi allarmi per fibrillazione atriale e pausa, recuperando oltre 200 ore lavorative ogni 100 pazienti seguiti.  “Da oltre 75 anni lavoriamo ogni giorno per rispondere alla nostra missione: inventare tecnologie che migliorino la vita delle persone – sottolinea Felicia Longobardi, Cardiovascular Diagnostic Leader Western Europe di Medtronic – è questo spirito che ci ha portato nel 1957 a creare il primo pacemaker esterno e, nel 1998, a sviluppare le basi della tecnologia Linq per il monitoraggio remoto del ritmo cardiaco. Grazie a 25 anni di esperienza e a milioni di elettrocardiogrammi analizzati siamo riusciti a creare la prima intelligenza artificiale applicata ai dispositivi di monitoraggio cardiaco impiantabile. L’Ai permette al clinico di concentrarsi solo sugli eventi aritmici rilevanti, riducendo il tempo dedicato all’analisi dei dati e migliorando la gestione dei pazienti. Il nostro obiettivo – rimarca – è non lasciare indietro nessuno: la tecnologia e l’intelligenza artificiale ci aiutano a individuare più rapidamente le cause di eventi come cadute inspiegate o ictus di origine sconosciuta, consentendo diagnosi più accurate e trattamenti tempestivi”. 
—salutewebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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