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Vitiello (Cncm): “Contro meningite genitori poco informati e consapevoli”

(Adnkronos) – "È importante informarsi. Sull’argomento c’è una consapevolezza parziale. Molti genitori sanno che la meningite è una malattia rara, ma non sanno che può avere conseguenze molto invalidanti, se non addirittura portare al decesso, pur con una percentuale più bassa. I dati ci dicono infatti che c’è un 10-12% di mortalità e un 20-25% di sequele rilevanti: danni neurologici, amputazioni degli arti, sordità, cecità. Alcuni genitori si fermano solo al fatto che è una condizione rara, senza documentarsi o approfondire con il medico. Eppure, anche se fosse solo l’1% di rischio, significa che a tuo figlio potrebbe capitare qualcosa di gravissimo". Così Amelia Vitiello, presidente del Comitato nazionale contro la meningite (Cncm), fondato da genitori che hanno perso i propri bambini a causa della patologia, in occasione della Giornata mondiale contro la meningite, che si celebra il 5 ottobre, osserva che addirittura gli stessi "genitori favorevoli all’immunizzazione, sono poco informati. Sono convinti di aver protetto totalmente i figli perché hanno fatto le vaccinazioni previste nei primi anni di vita – spiega – Non sanno però che per una copertura più ampia occorre un richiamo intorno ai dieci anni, o che un vaccino copre solo alcuni ceppi e non altri", come ad esempio quello del meningococco B. "Così pensano di aver completato il cerchio della protezione, quando in realtà la protezione è solo parziale. Questo, a mio avviso, dispiace ancora di più, perché parte da una volontà positiva, ma si ferma a metà strada". Anche la questione della raccomandazione per alcuni ceppi di meningococco e l’obbligo per altri, pesa nelle decisioni dei genitori. "In un mondo ideale, vorrei che le vaccinazioni fossero tutte consigliate e che tutti ne approfittassero – afferma Vitiello – L’obbligo è stato introdotto dalla ministra Lorenzin in un momento storico in cui le coperture vaccinali erano scese sotto livelli spaventosi. La distinzione tra obbligatorie e raccomandate ha generato un equivoco: nella popolazione si è radicato il convincimento che quelle facoltative non siano altrettanto importanti. Tale considerazione, unita al fatto che la malattia è rara, porta molti genitori arrivano a dire che ‘non serve’. Questo è l’errore. L’illusione di sapere, o la convinzione che un vaccino facoltativo sia meno rilevante, è un’occasione mancata, e questo fa ancora più male".  A tale proposito, continua la presidente del Cncm, "oggi ci sono intere categorie di giovani adulti, come i ventenni, che da piccoli hanno ricevuto solo le prime dosi quando ancora non c’era il vaccino contro il meningococco B, e che non hanno avuto il richiamo in adolescenza", quando c’è un secondo picco di maggiore rischio di malattia. "Questi credono di essere vaccinati e, inoltre, sono proprio loro, per stile di vita, ad essere più a rischio, visto che frequentano università, concerti, ambienti affollati". Il Comitato è molto attivo anche in ambito istituzionale per rendere omogenea l’offerta vaccinale. "Non voglio entrare nel merito politico-istituzionale – chiarisce Vitiello – ma resta il fatto che oggi alcuni bambini italiani sono più privilegiati di altri: in certe regioni l’offerta è gratuita, c’è una chiamata attiva e un accesso semplice per tutti i vaccini, in altre invece no. Così capita che un bambino, solo perché è nato nella ‘regione giusta’, possa beneficiare di una prevenzione vaccinale migliore e completa. E questo, dispiace molto". Anche per questo la presidente del comitato torna a ribadire l’importanza dell’informazione. La scelta della vaccinazione contro il meningococco è "decidere della sorte di tuo figlio hai un’enorme responsabilità – sottolinea Vitiello – È come portarlo in motorino senza casco: magari non succede nulla, ma se succede, le conseguenze sono gravissime. Io non sono un medico, né uno scienziato, ma so che una scelta informata deve passare da fonti attendibili e dal confronto con gli specialisti. Non puoi decidere solo sulla base di fonti poco affidabili. La consapevolezza arriva solo con l’approfondimento. Tutti hanno paura degli effetti collaterali, è comprensibile – aggiunge – Ma bisogna pensare anche a ciò che c’è in gioco. Io ho conosciuto tante persone che sono sopravvissute alla meningite con gravi sequele. In Italia abbiamo l’esempio straordinario di Beatrice Vio, che con la sua famiglia ha mostrato una forza incredibile. Oggi abbiamo gli strumenti per evitare queste sequele. Per questo, quando decidi di non vaccinare tuo figlio o tua figlia, devi sapere che potrebbe vivere senza una gamba, senza un braccio, con una sordità permanente. E questa sarà la sua vita dall’inizio alla fine, anche quando tu non ci sarai più. Una scelta del genere non può basarsi su superficialità. Deve passare da un’informazione seria, completa e verificata. Solo così – conclude – si è davvero liberi di decidere". —salutewebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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