(Adnkronos) – “Per il mio ruolo la prevenzione è tutto. Il compito del medico di medicina generale va infatti ben oltre la cura delle patologie: significa soprattutto seminare salute ogni giorno, prima ancora che la malattia si manifesti”. Così Tecla Mastronuzzi, responsabile della macro area Promozione di salute e Prevenzione della Società Italiana dei Medici di Medicina Generale e delle Cure Primarie (Simg) commenta la recente campagna di sensibilizzazione “Non girarci intorno” promossa da Merck con il patrocinio di Simg, Siuro, Fiaso e Palinuro. La prevenzione è il primo vero atto di cura. “Come medici di medicina generale crediamo tantissimo nella prevenzione primaria che anticipa anche la diagnosi precoce delle patologie, attraverso la promozione dei corretti stili di vita per ridurre il rischio di sviluppare malattie oncologiche”, spiega Mastronuzzi. Intervenire sui fattori di rischio, promuovere stili di vita corretti, educare i pazienti all’importanza di un’alimentazione equilibrata e dell’attività fisica: sono tutti gesti che costruiscono, giorno dopo giorno, una vera e propria cultura della prevenzione. Eppure, come rivelano i dati di una survey condotta durante la campagna “Non girarci intorno”, solo il 45% dei pazienti ha dichiarato di aver parlato di prevenzione oncologica con il proprio medico di famiglia, mentre il 48% afferma di non averlo mai fatto. Un dato che fa riflettere: “Probabilmente molto di quello che facciamo ogni giorno non viene percepito come un’azione che può salvare la vita”, osserva la dottoressa Mastronuzzi. Spesso, infatti, i consigli sul peso forma, sull’alimentazione o sull’esercizio fisico, sullo smettere di fumare, non vengono recepiti come parte di una strategia di prevenzione oncologica. Per questo è fondamentale rendere esplicito il valore di queste indicazioni e costruire con il paziente un dialogo più chiaro e consapevole”, aggiunge. Le iniziative come “Non girarci intorno” svolgono un ruolo prezioso proprio perché portano il tema della prevenzione fuori dagli ambulatori e lo avvicinano a un pubblico più vasto. “La salute non si fa solo sulla scrivania dei medici”, spiega l’esperta. “Entrare in un evento sportivo, in un concerto o in una manifestazione pubblica è utilissimo, perché ci permette di agganciare l’attenzione dei cittadini”. In un Paese dove ancora si pratica poca attività fisica e dove la dieta mediterranea non è seguita da larga parte della popolazione, questi momenti di sensibilizzazione rappresentano un’occasione importante per diffondere messaggi di salute. Di qui un appello: la prevenzione è un percorso da fare insieme. “Non siamo uno contro l’altro. Non ci sono i medici e i pazienti, ma ci sono persone che lavorano insieme per un obiettivo comune”, conclude. —salutewebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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