(Adnkronos) – Una vera e propria 'spada di Damocle' pende su migliaia di condomini che hanno aderito ai vantaggi del Superbonus 110%. Il problema nasce dall'impreparazione di numerosi amministratori che hanno fatto credere ai proprietari degli immobili di poter ammodernare i propri appartamenti senza dover sborsare nemmeno un euro. "Il vizio originario del tutto gratis – spiega l'avvocato Gaetano D’Andrea, mediatore civile e già presidente dell'Asppi (Associazione piccoli proprietari immobiliari) di Bergamo) – ha impedito una scelta oculata dei professionisti, delle imprese incaricate e di determinare i valori corretti delle cessioni dei crediti. Insomma, si sono fatti convincere da General contractor a dir poco improvvisati o in mala fede". Quando, negli ultimi mesi del 2023, i nodi sono venuti al pettine, i condomini hanno cercato di porre rimedio incaricando gli avvocati di mettere in sicurezza i lavori incagliati: "Oggi – sottolinea D'Andrea – il tema ricorrente è che in moltissimi condomini i lavori non sono nemmeno partiti e in altri, seppur iniziati, sono stati immediatamente bloccati. Le imprese hanno così lasciato i cantieri al 20 o 30% e questo sta comportando un esborso ulteriore per completare le opere avviate, con il rischio elevato che non potranno essere ultimate. Senza dimenticare che, dal 2024, il bonus è stato rideterminato al 70% e, nel 2025, è stato ulteriormente ridotto al 65%, per poi terminare definitivamente il 31 dicembre di quest'anno. Nemmeno i condomini con lavori ultimati possono stare tranquilli, le anomalie fiscali possono essere rilevate anche successivamente dall'amministrazione finanziaria e le conseguenze a carico di chi oggi pensa di essere sereno potranno essere rilevanti". Secondo l'esperto legale, "negli anni dal 2020 al 2022, complice anche la poca chiarezza normativa, molti amministratori non si sono preoccupati di farsi assistere da legali specializzati nella redazione dei contratti di appalto". "Questo sta comportando – ricorda l'avvocato D'Andrea – un rischio molto elevato perché, in caso di accertamento, i proprietari potrebbero dover restituire gli importi impropriamente ceduti, con l’aggiunta di sanzioni e interessi. Per darvi una portata del fenomeno, posso dirvi che le segnalazioni giunte al mio osservatorio, e che hanno comportato le richieste di verifica di contatti già sottoscritti, nel 90% dei casi presentavano delle anomalie e non erano tutelanti per i condomini”. La mediazione è senz'altro la strada maestra: "Sarebbe utile – consiglia D'Andrea- procurarsi i documenti relativi ai lavori, a partire dai contratti sottoscritti. Ottenere i documenti per tempo sarà importante in sede di eventuali futuri controlli anche perché, a distanza di anni, l'amministratore che ha gestito il Superbonus 110% potrebbe essere stato sostituito, con il rischio di perdere ulteriore tempo per recuperarli e, conseguentemente, non rientrare nei termini concessi dall’amministrazione finanziaria per tutelarsi. Bisogna fare presto perché, ad esempio, nelle città metropolitane i controlli e le verifiche sono già partite e coinvolgono i General contractor, le imprese edili e poi a cascata i condomini e gli amministratori". —lavoro/professionistiwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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