Le aziende possono ottenere sgravi significativi assumendo donne vittime di violenza, contribuendo così alla parità di genere.
La questione della violenza di genere è di fondamentale importanza nella nostra società, e le misure di sostegno per le donne che ne sono vittime stanno diventando sempre più rilevanti. In questo contesto, i datori di lavoro privati hanno l’opportunità di partecipare attivamente alla risoluzione di questo problema attraverso specifiche agevolazioni fiscali. Assumere donne che hanno vissuto situazioni di violenza, in particolare quelle che ricevono il reddito di libertà, può essere vantaggioso non solo per le lavoratrici, ma anche per le aziende stesse.
Secondo le normative vigenti, i datori di lavoro che decidono di assumere a tempo indeterminato donne vittime di violenza possono richiedere uno sgravio totale dei contributi previdenziali per un periodo di 24 mesi. Questa misura è rivolta in particolare a donne senza figli o con figli minori, che siano seguite da centri antiviolenza riconosciuti e servizi sociali, per aiutarle nel loro percorso di autonomia.
Per poter beneficiare di queste agevolazioni, è necessario che la donna assunta sia in possesso di un certificato di parità di genere. In questo modo, il datore di lavoro non solo può godere dello sgravio dei contributi, ma ha anche la possibilità di ridurre ulteriormente gli oneri previdenziali. Questo approccio non solo promuove l’inserimento lavorativo di donne in situazioni di difficoltà, ma rappresenta anche un passo importante verso la parità di genere nel mondo del lavoro.
Un altro aspetto importante da considerare è il nuovo bonus mamme, introdotto dall’INPS. Questo contributo mensile di 40 euro è destinato a lavoratrici con almeno due figli e non è soggetto a tassazione. Questa misura, prevista dal decreto-legge n. 95 del 2025, è stata pensata per supportare le mamme lavoratrici nel conciliare vita professionale e familiare.
Le lavoratrici dipendenti e autonome, con un reddito annuo non superiore ai 40.000 euro, possono richiedere questo bonus. Per le mamme con due figli, il contributo è valido fino al compimento del decimo anno del secondo figlio, mentre per quelle con tre o più figli il limite si estende fino ai 18 anni del figlio più piccolo. È necessario presentare domanda all’INPS entro 40 giorni dalla pubblicazione della circolare, per ricevere il bonus in un’unica soluzione.
In aggiunta agli sgravi e ai bonus, le leggi italiane proteggeranno i diritti delle lavoratrici in gravidanza e delle neo mamme. Recenti riforme hanno esteso il periodo di convalida delle dimissioni per le lavoratrici in gravidanza fino ai tre anni di vita del bambino. Questo cambiamento è fondamentale per prevenire comportamenti discriminatori e garantire un ambiente di lavoro più sicuro e rispettoso.
Il congedo di maternità si estende per cinque mesi, coprendo due mesi prima e tre dopo la nascita del bambino. In caso di complicanze o situazioni sfavorevoli, è possibile avvalersi di misure di interdizione anticipata. Anche il congedo di paternità è previsto in caso di impossibilità per la madre, garantendo così un supporto equilibrato tra entrambi i genitori durante i primi mesi di vita del bambino.
In conclusione, la combinazione di sgravi fiscali, bonus e protezioni legali crea un ambiente favorevole per le donne vittime di violenza e per le mamme lavoratrici. Le aziende hanno l’opportunità di contribuire attivamente a questo cambiamento sociale, promuovendo la parità di genere e migliorando le proprie pratiche di assunzione.
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