“Se non sei un medico non fare il medico”. Al via la campagna per l’uso corretto degli antibiotici

(Adnkronos) – "Se non sei un medico, non fare il medico". E' il messaggio della nuova campagna di comunicazione lanciata dall'Agenzia italiana del farmaco Aifa, in collaborazione con il ministero della Salute, per sensibilizzare gli italiani sull'uso consapevole degli antibiotici. In un Paese, l'Italia, che è ancora fra le realtà europee con i consumi più elevati e con "preoccupanti livelli di germi multiresistenti a più di una classe di antibiotici", spiegano i promotori dell'iniziativa che prevede spot sulle reti Rai e Mediaset, spazi dedicati su stampa ed emittenti locali e diffusione sui canali social per informare sui rischi legati all'autoprescrizione, al 'fai da te' su questi farmaci, i quali vanno al contrario "sempre assunti con la prescrizione del medico e seguendone le indicazioni". Secondo i più recenti dati Aifa (Rapporto OsMed 2025), a livello territoriale gli antimicrobici (prevalentemente antibiotici) rappresentano la quota di consumi di farmaci più elevata (1,7%) in Italia, superata solo dalla Francia (2%). Nel nostro Paese, inoltre, si è registrato un aumento del 7% nel periodo 2021-2024, più che nel resto d'Europa (+4,4%). L'uso improprio contribuisce ad alimentare il fenomeno drammatico dell'antimicrobico-resistenza, la capacità cioè dei batteri di rafforzarsi e sopravvivere agli antibiotici, rendendoli di fatto inefficaci, con conseguenze anche molto gravi per la salute, spiega l'ente regolatorio in una nota. Non riuscire a controllare un'infezione significa rischiare la vita, specie se si è un paziente fragile. La situazione descritta dai dati, osservano dall'agenzia, è il segnale che "occorre un impegno maggiore per circoscrivere l'impiego di antibiotici ai casi di reale necessità". Ridurre i consumi impropri significa assumerli "solo dopo aver consultato il medico, nelle dosi e per il tempo indicati", senza interrompere prematuramente il trattamento al primo miglioramento dei sintomi, ed evitando di utilizzare antibiotici avanzati da precedenti cure. Significa per esempio – continua l'Aifa – essere consapevoli che l'influenza stagionale è causata da virus e non da batteri e che quindi ricorrere all'antibiotico in questi casi, oltre a non produrre benefici, può peggiorare lo stato di salute della persona malata ed esporla a effetti indesiderati anche importanti. Con tono ironico, la campagna mette in guardia dall'affidarsi all'autodiagnosi consultando il 'dottor Google' o l'intelligenza artificiale, e sottolinea l'importanza di non ricorrere all'automedicazione con gli antibiotici ai primi sintomi influenzali. "L'uso responsabile degli antibiotici – afferma il ministro della Salute, Orazio Schillaci – è necessario per contrastare la resistenza dei batteri che, come sappiamo, si traduce poi nel rischio di infezioni ospedaliere. Con questa campagna vogliamo sensibilizzare i cittadini a non consumare antibiotici se non affidandosi al proprio medico per garantire appropriatezza e una adeguata aderenza terapeutica. L'antibiotico-resistenza è una priorità di salute pubblica che vede il ministero impegnato su più fronti anche per lo sviluppo di antibiotici. E' una sfida, però, che richiede l'impegno di tutti: istituzioni, operatori sanitari e cittadini". "Con questa iniziativa di comunicazione puntiamo a scoraggiare il fai da te, ribadendo con forza che non bisogna mai sostituirsi al medico – interviene il presidente di Aifa, Robert Nisticò – E' importante comprendere che l'antibiotico va usato se necessario e solo il medico può valutare caso per caso se prescrivere un antibiotico e quale sia il più indicato, tenendo conto di diversi fattori, perché gli antibiotici non sono tutti uguali. Un'altra parola chiave è prevenzione: possiamo fare molto per limitare le infezioni, con misure di igiene e comportamenti responsabili, anche e soprattutto negli ospedali e nelle strutture di lungodegenza, dove abbiamo pazienti più fragili e più esposti e dove è ancora più importante alzare la guardia. Solo un impegno di tutti verso un obiettivo comune può aiutarci a mantenere efficaci anche per il futuro questi preziosi strumenti di salute". 
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Scritto da staff

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