(Adnkronos) – "Oggi la ginecologia guarda al futuro. Fino a qualche anno fa, da un semplice prelievo di sangue si potevano analizzare solo poche patologie legate alla gravidanza, come la sindrome di Down. Oggi siamo in grado di rilevare fino a un migliaio di malattie genetiche con un unico esame del sangue". Cosi Giovanni Savarese, direttore del settore di genetica del Centro Ames, in occasione del congresso regionale Aogoi (Associazione ostetrici ginecologi ospedalieri italiani) Campania, che si chiude oggi a Benevento, dal titolo 'Innovazione e tecnologia in ginecologia e ostetricia: impatto nella pratica clinica'. Savarese evidenzia come le innovazioni in ambito genetico stiano cambiando radicalmente l'approccio alla diagnosi prenatale, permettendo una mappatura sempre più ampia delle patologie ereditarie. "Tra le più frequenti – spiega – ci sono la fibrosi cistica e numerose malattie metaboliche. Parliamo di screening sempre più precoci e accurati che, in molti casi, consentono di intervenire in tempo utile". Un aspetto centrale riguarda però la finalità di questi test. "L'obiettivo – sottolinea il genetista – non è condurre la coppia verso decisioni drastiche come l'interruzione della gravidanza, ma offrire strumenti per intervenire, laddove possibile, con una terapia. Parliamo ad esempio di trattamenti enzimatici, ormonali o dietetici che, se somministrati precocemente, possono cambiare radicalmente la vita del nascituro". La prospettiva – come emerge dal congresso – è quella di una medicina predittiva e personalizzata, capace di leggere in modo sempre più dettagliato il patrimonio genetico del nascituro e di trasformare l'informazione in azione clinica. "Stiamo entrando in una nuova era della diagnosi genetica – prosegue Savarese – in cui il concetto di prevenzione prenatale non si limita alla rilevazione di anomalie, ma si estende alla possibilità concreta di cura. Il nostro compito come clinici e genetisti è dare risposte a famiglie che affrontano una gravidanza con timori legati alla trasmissione di patologie genetiche".
Nel corso del congresso Aogoi – che ha riunito oltre 100 relatori tra i più autorevoli esponenti della ginecologia italiana – ampio spazio è stato dedicato al ruolo sempre più centrale della genetica e della diagnostica avanzata nella medicina della riproduzione. "Siamo davanti a un cambiamento culturale in cui la tecnologia non è fine a se stessa, ma uno strumento al servizio della vita e della salute. Dare a un bambino la possibilità di nascere e crescere sano, anche in presenza di una predisposizione genetica, è la sfida più alta e più bella della nostra disciplina", conclude l'esperto. —[email protected] (Web Info)
Savarese (Centro Ames): “La ginecologia guarda sempre più al futuro”
