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Salvini propone una riforma sugli autovelox: sicurezza o profitto?

Il dibattito sugli autovelox in Italia

Negli ultimi anni, il tema degli autovelox ha suscitato un acceso dibattito tra automobilisti e amministrazioni locali. Da un lato, c’è chi sostiene che questi dispositivi siano essenziali per garantire la sicurezza stradale; dall’altro, molti ritengono che vengano utilizzati principalmente come strumenti di profitto per i Comuni. Recentemente, il Ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, ha deciso di schierarsi dalla parte degli automobilisti, proponendo una riforma che mira a limitare l’uso degli autovelox a quelli realmente necessari.

Il modello tedesco come ispirazione

Salvini ha fatto riferimento al ‘modello tedesco’, dove gli autovelox sono utilizzati in modo razionale e trasparente. In Germania, questi dispositivi non sono disseminati ovunque, ma sono installati in punti strategici, come davanti a scuole o in tratti stradali pericolosi. Questo approccio ha portato a una maggiore accettazione da parte della popolazione, poiché non c’è la sensazione di essere costantemente monitorati. La chiave del successo tedesco risiede nella chiarezza delle motivazioni e nella segnaletica, che non lascia spazio a sorprese.

Le nuove regole proposte da Salvini

Secondo il nuovo decreto firmato da Salvini, i Comuni dovranno giustificare la presenza degli autovelox, indicando il luogo e il motivo per cui è necessario il controllo della velocità. Questo significa che non sarà più possibile posizionare autovelox in modo arbitrario, ma solo in aree dove esiste un reale pericolo per la sicurezza stradale. Inoltre, è prevista una modifica riguardante le multe: se un automobilista viene multato più volte nello stesso tratto, pagherà solo la sanzione più alta, aumentando di un terzo. Questa misura è stata pensata per evitare abusi e per garantire un uso più equo delle sanzioni.

Le reazioni alla proposta

La proposta di Salvini ha suscitato reazioni contrastanti. Da un lato, molti automobilisti applaudono l’iniziativa, vedendola come una boccata d’aria fresca in un sistema che spesso sembra più orientato al profitto che alla sicurezza. Dall’altro, ci sono esperti di sicurezza stradale che avvertono dei rischi di una possibile diminuzione della vigilanza. La sfida principale sarà trovare un equilibrio tra la necessità di controllare la velocità e la volontà di non far sentire gli automobilisti come prede in un sistema di caccia al profitto.

Redazione

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