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Il 13 novembre, la Corte Costituzionale ha emesso una sentenza significativa, la n. 167, riguardante la perequazione automatica delle pensioni, in particolare quelle che superano quattro volte il minimo stabilito dall’INPS. Questa decisione rappresenta un punto di riferimento importante per i pensionati e per il sistema previdenziale italiano.
Contesto della sentenza n. 167
La questione legale è emersa in seguito a un ricorso presentato dalla Corte dei Conti, specificamente dalla sezione giurisdizionale per l’Emilia-Romagna. I ricorrenti, tra cui ex membri delle forze armate e l’INPS stesso, hanno contestato l’applicazione di un meccanismo di rivalutazione ridotta delle pensioni, sostenendo che violasse i diritti costituzionali dei pensionati.
Dettagli del meccanismo di rivalutazione
La norma in discussione prevede una rivalutazione automatica delle pensioni con un approccio decrescente per quelle che superano le quattro volte il minimo INPS. Gli aumenti pensionistici variano dall’85% per le pensioni più basse fino a un massimo del 32% per quelle più elevate.
Le obiezioni della Corte dei Conti
La Corte dei Conti ha evidenziato che il meccanismo di rivalutazione ridotta potesse configurarsi come un prelievo coatto, simile a un tributo, in violazione dell’articolo 53 della Costituzione, che stabilisce il principio di eguaglianza tributaria. Inoltre, si è lamentata di una disparità di trattamento tra pensionati e lavoratori attivi, nonché tra diverse categorie di pensionati.
Risposta della Corte Costituzionale
La Corte Costituzionale ha respinto le obiezioni, affermando che il meccanismo di raffreddamento della rivalutazione non può essere considerato un tributo. Non si verifica una decurtazione patrimoniale, poiché le pensioni, sebbene aumentate in misura inferiore, continuano a crescere. L’intento della norma è quello di garantire la sostenibilità previdenziale, piuttosto che raccogliere risorse per spese pubbliche.
Principi di ragionevolezza e proporzionalità
Nella sua sentenza, la Corte ha sottolineato che la perequazione automatica non è un diritto assoluto, ma uno strumento tecnico che può essere soggetto a modifiche da parte del legislatore. È consentito un intervento legislativo differenziato, a patto che non risulti irragionevole. In questo contesto, il mantenimento di un equilibrio finanziario e la protezione delle pensioni più basse sono stati considerati criteri legittimi.
Raccomandazioni per il legislatore
Nonostante la legittimità della norma, la Corte ha esortato il legislatore a procedere con cautela in futuri interventi. È fondamentale considerare gli effetti cumulativi delle misure e adottare un approccio che rispetti i principi costituzionali, soprattutto per i pensionati che rientrano nel sistema contributivo.
La sentenza n. 167 della Corte Costituzionale rappresenta un importante passo avanti nella definizione del meccanismo di rivalutazione delle pensioni, stabilendo chiaramente le linee guida per il futuro della previdenza in Italia e garantendo una valutazione equa e sostenibile per tutti i pensionati.
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