A partire dal 2027 ci saranno importanti modifiche ai requisiti pensionistici, coinvolgendo diverse categorie di lavoratori.
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Il panorama delle pensioni in Italia sta per subire cambiamenti significativi. L’aumento dell’età pensionabile e dei requisiti contributivi rappresentano delle sfide per molti lavoratori. In questo articolo, esploreremo le novità introdotte e chi saranno i soggetti maggiormente colpiti.
I requisiti per andare in pensione si inaspriranno. Le nuove norme prevedono un innalzamento dell’età pensionabile e un incremento dei contributi richiesti. Tuttavia, vi sono alcune eccezioni: i lavoratori impiegati in attività usuranti e gravose saranno tutelati, mentre i lavoratori precoci non beneficeranno di queste misure.
I lavoratori precoci sono coloro che hanno versato almeno 12 mesi di contributi prima di compiere 19 anni e che raggiungono i 41 anni di contribuzione. Questa categoria comprende diversi settori lavorativi, ma i requisiti specifici per la pensione rimarranno invariati.
Per richiedere la pensione, i lavoratori dovranno presentare una domanda di riconoscimento del beneficio, preferibilmente entro il 1° marzo di ogni anno. In caso di accettazione, sarà possibile successivamente avanzare la richiesta di pensione anticipata. È importante notare che la decorrenza della pensione varierà a seconda della categoria di appartenenza.
In generale, la pensione per i lavoratori precoci inizia tre mesi dopo il raggiungimento dei requisiti. Tuttavia, per chi è iscritto alla gestione esclusiva dell’AGO, le finestre di decorrenza sono specifiche e possono arrivare fino a nove mesi. Inoltre, la pensione anticipata non è cumulabile con redditi da lavoro fino al raggiungimento dell’età pensionabile ordinaria.
Un altro aspetto cruciale riguarda la rivalutazione delle pensioni, che ha lo scopo di proteggere il potere d’acquisto dei pensionati. L’indice di perequazione sarà fissato all’1,4%, salvo eventuali conguagli futuri. Questo meccanismo permette di adeguare gli importi delle pensioni all’andamento dell’inflazione.
La rivalutazione non è uniforme per tutti i pensionati. Infatti, essa decresce all’aumentare dell’importo percepito: il 100% dell’indice per chi riceve fino a 2.413,60 euro, il 90% per importi tra 2.413,61 e 3.017,00 euro, e il 75% per pensioni superiori a questa soglia.
In aggiunta, è stato introdotto un esonero contributivo per i datori di lavoro che ottengono la certificazione di parità di genere. Tale esonero può arrivare fino all’1% e non può superare un importo annuale di 500.000 euro. Le aziende devono presentare domanda all’INPS per accedere a questo beneficio, seguendo specifici criteri e tempistiche.
Per ottenere la certificazione di parità di genere, le aziende devono dimostrare di soddisfare determinati standard, e la certificazione deve essere rilasciata da organismi accreditati. Questo incentivo rappresenta un passo importante verso l’uguaglianza di genere nel mondo del lavoro.
In conclusione, ci saranno importanti cambiamenti per il sistema pensionistico italiano. I lavoratori dovranno adattarsi a requisiti più stringenti, mentre alcune categorie continueranno a ricevere tutele specifiche. È fondamentale rimanere informati sulle novità per pianificare al meglio il proprio futuro pensionistico.
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