Scopri le cause e le prospettive del rallentamento del mercato del lavoro in Italia.
Secondo i dati Istat di dicembre 2024, il mercato del lavoro italiano sta affrontando un periodo di rallentamento della crescita. Sebbene l’occupazione abbia registrato una leggera diminuzione di 4.000 unità rispetto a novembre, questo segna il secondo mese consecutivo di calo. Tuttavia, il tasso di occupazione rimane elevato, attestandosi al 62,3%, un record storico. A livello tendenziale, la crescita rispetto a dodici mesi fa è significativa, con un incremento di 274.000 unità (+1,2%). Tuttavia, su base trimestrale, il rallentamento è evidente, con un incremento di solo lo 0,1%.
Un altro indicatore del rallentamento del mercato del lavoro è la dinamica tra disoccupati e inattivi. Mentre il numero di inattivi diminuisce, i disoccupati aumentano in misura quasi equivalente. Questo suggerisce che coloro che hanno deciso di rientrare nel mercato del lavoro si trovano ad affrontare difficoltà significative. Inoltre, l’occupazione nella fascia di età tra i 16 e i 34 anni è diminuita del 3,6%, mentre gli inattivi in questa fascia sono aumentati del 4,2%. Al contrario, nelle altre fasce d’età, l’occupazione è aumentata, ma la fascia 50-64 anni ha visto un calo significativo del 4,2% anche nel numero di inattivi.
Nonostante l’incremento dell’occupazione, non si osserva una corrispondente crescita economica. Le ore lavorate per addetto sono in calo, così come la produttività, sia nel settore industriale che nei servizi. Gli investimenti privati hanno subito una flessione dell’1,1% nel quarto trimestre, dopo un calo del 9,9% nel terzo trimestre. Sebbene le retribuzioni siano aumentate, questo è principalmente dovuto alla ripresa della contrattazione nazionale dei contratti collettivi. Alla fine di dicembre, il 49% dei lavoratori dipendenti aveva rinnovato il proprio contratto, ma molti dipendenti del settore pubblico sono ancora in attesa di rinnovo.
Nonostante i segnali di ripresa post-Covid, i dati attuali indicano una situazione lontana dal tanto auspicato miracolo economico. Il tasso di occupazione, pur essendo tornato ai livelli pre-Covid, non ha mostrato miglioramenti significativi rispetto agli altri paesi dell’Unione Europea. Inoltre, le previsioni per il futuro non indicano una crescita che possa stimolare un aumento occupazionale. L’Osservatorio Excelsior ha previsto quasi 500.000 assunzioni per gennaio, ma la metà di queste sono rimaste vacanti. Questo fenomeno evidenzia una crescente domanda di lavoro che non trova corrispondenza nell’offerta, a causa di problemi legati ai profili professionali richiesti e alla mancanza di politiche del lavoro efficaci.
Se non si interviene con politiche adeguate, l’Italia rischia di mantenere una quota significativa della popolazione adulta inoccupata, con conseguenze economiche gravi. La scarsità di offerta di lavoro non sembra tradursi in un aumento dei salari, contrariamente a quanto previsto dalla teoria economica classica. È fondamentale che il governo e le istituzioni lavorino per migliorare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro, investendo nella formazione e nell’adeguamento dei percorsi scolastici.
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