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Lymphedema Day 2025 a Bari, chi convive con il linfedema non è più solo

(Adnkronos) – In occasione del World Lymphedema Day, la Giornata mondiale del linfedema che si celebra oggi, la Sicpre – Società italiana di chirurgia plastica ricostruttiva-rigenerativa ed estetica – organizza un evento a Bari nella sede dell'Università Aldo Moro. Il Lymphedema Day firmato Sicpre, giunto alla sua seconda edizione, ha l'obiettivo di informare e sensibilizzare su questa malattia che provoca l'aumento del volume di un arto per alterazione del sistema linfatico. Il Comitato scientifico dell'evento è composto da Giuseppe Giudice, professore ordinario di Chirurgia plastica presso l'Università degli Studi di Bari Aldo Moro, direttore dell'Uoc di Chirurgia plastica e Centro grandi ustionati; Michele Maruccia, professore associato presso l'Università degli Studi di Bari Aldo Moro, Dipartimento di Medicina di precisione e rigenerativa e Area Jonica, e Rossella Elia, professore associato presso l'Università degli Studi di Bari Aldo Moro, Dipartimento di Medicina di precisione e rigenerativa e Area Jonica. "Il Lymphedema Day è l'occasione per accendere i riflettori su una patologia spesso poco conosciuta, ma che coinvolge molte persone nella loro quotidianità. Il nostro obiettivo sarà quello di sensibilizzare, informare e promuovere una maggiore consapevolezza, affinché chi convive con il linfedema possa trovare supporto, cure adeguate e, soprattutto, non sentirsi solo. Grazie alla presenza di esperti, testimonianze e momenti di confronto, vogliamo costruire insieme una rete di conoscenza e solidarietà", spiegano Giudice, Maruccia ed Elia. Si parlerà in particolare del linfedema secondario al tumore al seno, con l'obiettivo di informare le pazienti sui rischi e le possibili cure, grazie alla presenza dei massimi esperti in materia. Due le modalità di partecipazione: a Bari nella sede dell'ateneo oppure online, collegandosi alla pagina Youtube della Sicpre. Il linfedema è una patologia caratterizzata da un aumento di volume degli arti, braccia o gambe, e più raramente dei genitali. Nella maggior parte dei casi il linfedema è secondario a interventi di asportazione dei linfonodi, la linfoadenectomia ascellare o inguinale, ma esistono anche forme congenite o infettive o post-traumatiche. Secondo i dati di Omar, Osservatorio malattie rare, in Italia ogni anno si registrano 40mila nuovi casi di linfedema. Di questi, almeno la metà interessa pazienti sottoposti all'asportazione di linfonodi in seguito all'insorgenza di tumori. Tale asportazione determina poi stasi linfatica e quindi gonfiore cronico delle braccia o delle gambe. L'incidenza è in crescita. "Il linfedema dell'arto superiore è una complicanza non rara degli interventi di mastectomia e svuotamento ascellare per carcinoma della mammella. E' una malattia cronica e ingravescente. Questo vuol dire che accompagnerà la paziente per tutta la vita. La buona notizia, però, è che oggi possiamo fare molto per il linfedema, sia grazie a terapie fisiche, che vedono fisiatri e fisioterapisti in prima linea con la fisioterapia decongestiva, il bendaggio e l'utilizzo di un indumento compressivo su misura che va cambiato ogni 6 mesi, sia grazie alla chirurgia plastica con tecniche di microchirurgia e super microchirurgia, quali quelle utilizzate per le anastomosi linfatico-venose", spiega la professoressa Marzia Salgarello, chirurgo plastico presso la Fondazione Policlinico universitario Agostino Gemelli Irccs e presidente Beautiful After Breast Cancer (Babc) Italia Onlus. Salgarello è tra i relatori dell'evento a Bari, dove parlerà del ruolo della tecnologia in chirurgia linfatica. In particolare parlerà dell'ecografia ad altissima frequenza e porterà la testimonianza della Babc. "In una persona sana – illustra la specialista – la linfa viene scaricata nel sangue venoso dopo un lungo percorso che attraversa i canali linfatici di tutto il corpo e i linfonodi fino al collo. Dopo l'asportazione dei linfonodi per terapia oncologica, però, la linfa non può essere scaricata e pertanto 'intasa' i tessuti dell'arto interessato. Se occorre, si interviene con la chirurgia microscopica di altissima specializzazione, con le anastomosi linfatico-venose, ovvero mini bypass tra i piccoli linfatici superficiali e le piccole vene del tessuto sottocutaneo allo scopo di riversare la linfa direttamente nel sangue venoso. Tali bypass si effettuano tramite incisioni di circa 2 centimetri, paragonabili ai tagli praticati per togliere un neo. L'impatto sul paziente è perciò minimo. Un'altra possibilità chirurgica è il trapianto dei linfonodi da una sede all'altra. Ma questa è una chirurgia più elaborata anche per il paziente, da applicare in casi selezionati", conclude la Salgarello. —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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