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Little Nightmares III, doppio incubo

(Adnkronos) – Little Nightmares III non è il solito horror fatto di sangue e urla. È un viaggio inquietante e malinconico, un racconto per adulti e bambini cresciuti, dove la paura nasce dal senso di smarrimento più che dall’orrore visivo. E, come sempre nella serie, dietro i mostri si nasconde qualcosa di profondamente umano. Protagonisti sono Low e Alone, due bambini che cercano disperatamente la via di casa. Intrappolati in un mondo distorto popolato da creature impossibili, i due attraversano deserti abbandonati, fabbriche di caramelle in rovina e luna park allucinati, saltando di dimensione in dimensione attraverso specchi-magici.  Nessuna voce, nessuna parola: tutto è raccontato con gesti, sguardi e piccoli movimenti. L’assenza di HUD o cutscene prolisse lascia spazio a un’esperienza visiva pura. Lo schermo diventa racconto, e ogni luce, ogni ombra, ogni rumore di fondo contribuisce a un’atmosfera da fiaba nera, più vicina a film d'animazione come Coraline che a un horror tradizionale. È un tipo di paura che resta sottopelle, discreta ma persistente. La novità più grande è il gioco in cooperativa. Little Nightmares III è pensato per essere vissuto in due, con i giocatori che devono collaborare per superare puzzle ambientali e fuggire dai mostri. Peccato che l’idea non sia sfruttata fino in fondo: niente co-op locale, solo online tramite pass, per cui non è necessario avere due copie del gioco. Una scelta discutibile per un titolo che parla di legame e vicinanza, e che avrebbe avuto un impatto emotivo ancora maggiore se giocato fianco a fianco. Chi gioca da solo può contare sull’IA dell’altro personaggio, abbastanza affidabile ma non infallibile. In alcune sezioni l’alleato digitale resta bloccato o si comporta in modo imprevedibile, costringendo a ripetere parti del livello. Una limitazione che pesa soprattutto considerando che non è possibile cambiare personaggio una volta iniziata l’avventura. Quando tutto funziona, però, Little Nightmares III regala momenti intensi. I puzzle cooperativi sono semplici ma ben congegnati, e i segmenti stealth, veri marchi di fabbrica della serie, mettono alla prova la coordinazione e la fiducia reciproca. L’unico modo per comunicare è un sussurro, che serve a richiamare l’attenzione dell’altro, ma che se abusato rischia di attirare anche qualcosa di molto meno amichevole. L’oscurità e la telecamera fissa a volte complicano la lettura della scena: può capitare di non distinguere un oggetto interattivo da uno di sfondo, o di non capire dove si trova esattamente il proprio personaggio. Fortunatamente, le opzioni di accessibilità permettono di evidenziare elementi utili, rendendo l’esperienza più fluida anche per i giocatori più giovani o con difficoltà visive. Supermassive Games dimostra di aver compreso l’anima di Little Nightmares e dà onore all'eredità dello sviluppatore precedente, Tarsier Studios: non serve il sangue per inquietare, basta la suggestione. L’atmosfera è curata nei minimi dettagli, e i mondi attraversati – deserti di sabbia e giocattoli, fabbriche caramellate, circhi in rovina – sono un piccolo capolavoro di design onirico. In poche ore il gioco costruisce un legame forte tra i protagonisti, lasciando nel giocatore quella sensazione dolceamara che solo certe storie sanno dare. Anche se non si può condividere lo stesso schermo, Little Nightmares III resta un’esperienza da vivere in due. È un racconto di paura e amicizia, di smarrimento e coraggio, che conferma ancora una volta la serie come una delle più raffinate e sensibili del panorama horror contemporaneo. 
Formato: Switch, Switch 2, PS4, PS5 (versione testata), Xbox Series, PC Editore: Bandai Namco Sviluppatore: Supermassive Games Voto: 8 
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