Le parole del Papa: il lavoro come fonte di dignità e speranza.
Nella storica cornice di Piazza San Pietro, il Papa Leone XIV ha accolto con grande affetto i partecipanti al Giubileo del mondo del lavoro, riunendo circa 45.000 fedeli. Questo evento, svoltosi l’8 novembre, ha rappresentato un’importante occasione per riflettere sull’essenza del lavoro e sul suo ruolo fondamentale nella vita di ogni individuo.
Nel suo intervento, il Pontefice ha sottolineato come il lavoro debba essere considerato una vera e propria fonte di speranza e di vita, capace di esprimere la creatività e la capacità di fare del bene. Ha esortato le istituzioni e la società civile a creare condizioni favorevoli per permettere a tutti, e in particolare ai giovani, di realizzare i propri sogni professionali.
Leone XIV ha sottolineato la necessità di un impegno collettivo, invitando le istituzioni a garantire opportunità occupazionali stabili e dignitose. È fondamentale che tutti possano contribuire al bene comune, evidenziando come l’occupazione non debba essere solo una questione economica, ma anche un aspetto cruciale per la crescita personale e sociale.
Durante l’udienza, il Papa ha richiamato l’importanza dei pellegrinaggi del mondo del lavoro, una tradizione radicata in Polonia, che trae origine dall’insegnamento di San Giovanni Paolo II. Ha citato l’Enciclica Laborem exercens, evidenziando l’importanza di riconoscere e difendere la dignità dei lavoratori in un contesto di rapidi cambiamenti tecnologici.
Il Pontefice ha sottolineato l’importanza del compito della Chiesa nel richiamare l’attenzione sui diritti dei lavoratori, in particolare nei casi di violazione. Ha fatto riferimento all’impegno di figure come il beato don Popiełuszko, martire del comunismo, che ha lottato per la libertà e i diritti umani. Il Papa ha esortato tutti a perseguire il bene e a contrastare la violenza attraverso la forza dell’amore.
Il Papa ha menzionato il beato Isidore Bakanja, patrono dei laici del Congo, come modello di vita cristiana e simbolo di speranza. Nato nel 1885, Isidore ha affrontato innumerevoli difficoltà, ma ha sempre mantenuto viva la sua fede, portando con sé il suo scapolare con l’immagine della Vergine Maria.
Nonostante le torture e le sofferenze subite per la sua fede, Isidore ha continuato a pregare per i suoi aguzzini, dimostrando come la speranza possa illuminare anche le situazioni più buie. Le sue parole di perdono e di amore rappresentano un richiamo potente alla capacità umana di resistere e di superare il male con il bene.
Leone XIV ha concluso il suo discorso esortando tutti a lavorare insieme per un mondo in cui la giustizia e la pace prevalgano. Ha affermato che il Regno di Dio è un luogo di speranza, dove ciascuno può trovare il proprio posto e contribuire al bene dell’intera comunità. La testimonianza dei giovani lavoratori e delle Chiese più giovani si rivela fondamentale per promuovere questa visione di speranza e cambiamento.
In questo contesto, il Papa ha invitato a riflettere sulle modalità attraverso cui affrontare le sfide attuali. È fondamentale adottare una nuova prospettiva che valorizzi la dignità di ogni persona e riconosca il lavoro come uno strumento essenziale per la crescita e la libertà.
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