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La storia di Fatuma, mamma 30enne di 4 figli, salvata in Etiopia dalla cecità per tracoma

(Adnkronos) – In Etiopia una mamma colpita da tracoma è stata curata con successo grazie a Cbm Italia. Questa infezione batterica degli occhi è la seconda causa di cecità in Etiopia e la principale causa infettiva di cecità nel mondo, dove colpisce 1,9 milioni di persone. E' una delle malattie tropicali dimenticate (Ntd) che mettono a rischio in particolare donne e bambini nelle comunità più povere dove non c'è acqua pulita e le condizioni igieniche sono scarse. A raccontare la storia di Fatuma è Cbm Italia, un'organizzazione internazionale impegnata per la salute, l'educazione, il lavoro e i diritti delle persone con disabilità dove c'è più bisogno, nel mondo e in Italia. Una storia di speranza in occasione della Festa della mamma.  Fatuma, 30 anni, vive in un villaggio nel cuore dell'Etiopia insieme al marito e ai loro 4 bambini. Il suo è un sorriso dolce e solare, anche mentre ripercorre la sua storia: "Tutto è iniziato circa 2 anni fa, sentivo prurito e mi lacrimavano sempre gli occhi. Ho cominciato a lavarmi la faccia, ma senza nessun miglioramento. Poi ho provato con alcuni rimedi artigianali, ma la situazione continuava a peggiorare. Avevo gli occhi sempre rossi e gonfi. Non vedevo bene e soffrivo molto – ricorda la giovane – Un giorno per fortuna ho incontrato un'operatrice che si trovava nel mio villaggio per parlare alla comunità delle malattie agli occhi più diffuse, delle cause e dell'importanza di tenere il viso sempre pulito. Non appena mi ha vista, mi ha detto che probabilmente si trattava di tracoma e che dovevo andare subito in ospedale a farmi visitare". Fatuma viene a conoscenza della malattia durante una delle azioni di intervento e sensibilizzazione che Cbm Italia organizza nei villaggi più remoti, in cui il tracoma è molto diffuso. "Inizialmente ero un po' restia all'idea di farmi visitare, poi mi sono fatta coraggio perché la situazione era diventata insostenibile sia per me che la mia famiglia: non riuscivo più a fare nulla, nemmeno a cucinare", prosegue la mamma. Arrivata alla clinica oculistica, un infermiere oftalmico la visita e la sottopone subito all'intervento chirurgico per eliminare il tracoma. "Durante l'operazione ero un po' agitata – dice Fatuma – ma è durata poco ed è stato più facile di quanto pensassi. Nei giorni successivi ho continuato a prendere i medicinali che mi hanno prescritto e dopo qualche settimana stavo già meglio. Anche se ho sentito un po' di dolore, sono davvero felice di averla fatta, perché ho ripreso a vivere davvero". Da quando ha ricevuto le cure, Fatuma è più consapevole delle precauzioni da prendere per lei e la sua famiglia per evitare nuovi contagi: "Cerco di tenere i visi dei miei figli sempre puliti e faccio loro lavare la faccia 2 o 3 volte al giorno", spiega. Da qualche mese, però, la figlia maggiore ha cominciato ad avere prurito e rossore agli occhi: "Quando torneranno gli operatori sanitari parlerò subito con loro di mia figlia, non voglio aspettare come ho fatto in passato. Purtroppo – sottolinea la giovane – anche se a casa seguiamo i consigli dei medici, l'igiene è un problema di tutta la comunità, soprattutto per la mancanza di acqua pulita". Fatuma racconta che nei villaggi il tempo per occuparsi di sé è limitato, la maggior parte delle ore si sta nei campi a lavorare, badare agli animali o curare i bambini e la casa, oltre al fatto che le persone hanno timore di sottoporsi alle cure. "E' difficile convincere le persone a sottoporsi alle visite, anche se è un servizio gratuito. Non sono ancora riuscita a convincere i miei fratelli e i miei vicini di casa che continuano a lamentarsi del fastidio agli occhi. Ma non mi arrenderò, anzi continuerò a parlarne", assicura. Quella di Fatuma è una delle tante storie che Cbm Italia ha raccolto in Etiopia, dove interviene con diversi progetti per combattere il tracoma applicando la strategia Safe raccomandata dall'Oms: Surgery (chirurgia per trattare lo stadio avanzato del tracoma), Antibiotics (gli antibiotici servono per eliminare l'infezione), Facial cleanliness (pulizia e igiene del viso), Enrironmental improvement (miglioramento dell'ambiente con accesso all'acqua e ai servizi igienici), riferisce l'organizzazione. In particolare a nord del Paese, Cbm Italia ha avviato da 3 anni il 'Programma inclusivo di eliminazione del tracoma nella regione di Amhara', con il sostegno di Fai (Fondation Assistance Internationale) e attraverso il partner sul territorio Orda. Il progetto, tuttora in corso, coinvolge oltre 200mila beneficiari. Qui Cbm Italia ha costruito 16 sistemi idrici – 12 pozzi e 4 sorgenti protette – per permettere l’accesso diretto all'acqua pulita; i pozzi sono accessibili alle persone con disabilità grazie alla costruzione di rampe di accesso. —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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