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La scoperta di una città sommersa al largo della Sicilia

Un mistero affascinante

La Sicilia, un’isola ricca di storia e cultura, si trova al centro di un’incredibile scoperta archeologica. Recenti studi hanno rivelato la presenza di una struttura sommersa al largo della costa meridionale, nei pressi di Portopalo di Capo Passero. Questa scoperta ha riacceso l’interesse per le origini della civiltà nel Mediterraneo, suggerendo che i resti potrebbero appartenere a una città risalente a circa 12.000 anni fa.

Analisi batimetrica e ipotesi archeologiche

Le indagini sono state condotte dall’ingegnere civile André Chaisson, il quale ha analizzato dati batimetrici che mostrano una formazione di oltre 17 km di lunghezza e 4,5 km di larghezza. Queste misurazioni hanno rivelato segmenti e angoli che suggeriscono geometrie artificiali, portando a ipotizzare l’esistenza di un’antica città sommersa. Inoltre, il geologo Rosario Pappalardo aveva già segnalato anomalie nella stessa area, aumentando il mistero.

Dettagli intriganti della struttura

Secondo Chaisson, la presunta città giace a circa 130 metri di profondità, sulla scarpata siculo-maltese. Le misure riscontrate coincidono con antiche unità di misura, come lo stadio greco, suggerendo un’intenzionalità progettuale. Le immagini batimetriche mostrano anche un canale largo 500 metri e lungo oltre 50 km, che circonda la struttura e si solleva dal fondale per circa 50 metri, suggerendo una strategia difensiva simile a un porto fortificato.

Scetticismo e dibattito scientifico

Nonostante l’entusiasmo suscitato dalla scoperta, gli ambienti scientifici mantengono un cauto distacco. Alcuni esperti avvertono che i dati utilizzati potrebbero essere inesatti e che le immagini potrebbero rappresentare artefatti batimetrici, piuttosto che strutture reali. Chaisson è stato criticato per i suoi metodi e per aver selezionato solo i dati che supportano la sua tesi, mentre l’assenza di una spedizione subacquea limita la possibilità di conferme definitive.

Un antico insediamento costiero?

Le coincidenze numeriche, la posizione geografica e la configurazione del fondale alimentano il dibattito. Secondo alcune mappe pre-interglaciali, la zona era unita alla Sicilia da una lingua di terra, suggerendo che potrebbe trattarsi di un antico insediamento costiero, scomparso a causa dell’innalzamento del livello del mare dopo l’ultima era glaciale. Questa scoperta potrebbe quindi riscrivere la storia della civiltà nel Mediterraneo, aprendo nuove prospettive per la ricerca archeologica.

Redazione

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