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Insegnante di sostegno: 3 prassi da seguire e 3 da evitare

L’insegnante di sostegno è una figura professionale e specializzata, con il compito di essere, all’interno del team docente, un riferimento specifico per la progettazione, la realizzazione e la verifica degli interventi idonei ad affrontare positivamente le situazioni di disabilità presenti nella classe.

Si tratta a tutti gli effetti di un ruolo di mediatore, un professionista in grado di semplificare l’apprendimento dell’individuo con disabilità, la sua partecipazione in classe e il rapporto con gli altri alunni presenti nell’istituto. Ma non solo, è importante che l’insegnante di sostegno abbia le giuste competenze per poter organizzare un piano di studi personalizzato, far fronte alle esigenze del ragazzo/a e per dialogare in modo efficiente con la famiglia.

Per diventare docente di sostegno è necessario ottenere l’abilitazione all’insegnamento o un titolo di studio valido per poter accedere a una classe di concorso e conseguire 24 CFU online, conseguire una specializzazione per l’attività di sostegno e superare un concorso di riferimento.

 

Requisiti, compiti e doveri di un insegnante di sostegno

Il principale compito di un docente di sostegno è quello di assistere un alunno con disabilità durante le ore scolastiche, supportando un tipo di apprendimento inclusivo e personalizzato. La responsabilità dell’insegnante di sostegno è di elaborare un piano educativo individuale, fornire tutti i materiali per l’apprendimento e far emergere le potenzialità dell’alunno.

Il conseguimento dei 24 cfu online è finalizzato proprio ad acquisire le giuste competenze per poter svolgere questo ruolo nel modo più professionale ed efficiente possibile. Nella maggior parte dei casi, l’insegnante di sostegno collabora con altri colleghi come assistenti alla comunicazione, operatori socio-sanitari, assistenti sociali ed è costantemente in relazione con la famiglia dell’alunno.

Un buon docente di sostegno vanta di un background molto ampio, che comprende competenze didattiche, comunicative e pedagogiche. Il titolo di studi alla base del percorso formativo dell’insegnante è senza dubbio molto importante, tuttavia, il conseguimento dei 24 cfu online e i corsi di specializzazione (TFA sostegno) rappresentano i due pilastri della formazione di un buon docente.

 

 

3 prassi da seguire

Ecco quali sono le tre qualità o cose da fare come insegnante di sostegno:

1. Saper osservare e comprendere i comportamenti dell’alunno

L’empatia è senza dubbio una qualità richiesta per svolgere questo lavoro, perché molto spesso si ha a che fare con alunni caratterizzati da difficoltà comunicative più o meno gravi e l’insegnante deve essere in grado di osservare, mettersi nei panni degli stessi, decifrare i comportamenti e agire nel modo corretto per poter aiutare l’individuo.

2. Ascoltare i genitori e l’alunno con disabilità

L’ascolto è una seconda qualità molto importante, soprattutto quando bisogna instaurare un rapporto di fiducia con i genitori dell’alunno. La famiglia necessita di sentirsi ascoltata, di potersi fidare delle parole e delle azioni di un insegnante di sostegno. Allo stesso modo, è fondamentale ascoltare le richieste e le necessità dell’alunno.

3. Individuare le inefficienze tempestivamente

Il miglior piano didattico è un programma che viene modificato di volta in volta e che permette all’alunno di raggiungere gli obiettivi prefissati ad inizio anno con i suoi tempi e le sue modalità. Un insegnante di sostegno deve essere in grado di identificare le inefficienze e modificare il suo approccio di apprendimento in modo tempestivo, con pazienza e determinazione.

 

3 prassi da evitare

1. Mai sostituirsi all’alunno

Il fine ultimo dell’insegnante di sostegno non è quello di sostituirsi all’alunno, ma di promuovere la sua autonomia e l’approccio alle responsabilità quotidiane. Svolgere le mansioni dell’alunno quando si trova in difficoltà è altamente controproducente e non incrementa l’evoluzione delle competenze dell’alunno.

2. Non interagire con la classe

L’alunno deve essere supportato durante le interazioni ma, al tempo stesso, è importante lasciare la giusta autonomia durante la fase di conoscenza con gli altri studenti presenti in classe.

Inoltre, gli studenti di una classe devono seguire tutti le stesse regole e sono tutti allo stesso livello, questa è una regola valida anche per gli alunni con disabilità.

3. Concentrarsi solo sulla problematica

Concentrarsi solo sulla problematica dell’alunno non è mai una buona soluzione. Ogni individuo con disabilità ha delle caratteristiche, potenzialità e un carattere diverso. Il compito di un docente di sostegno è guardare oltre le problematiche e saper esprimere tutto il potenziale dell’alunno. 

 

Redazione

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