(Adnkronos) – "Con 15 mila macchine l'anno è possibile riportare Maserati in utile, non ci servono volumi per fare profitti: non siamo più la Maserati della Ghibli, non dobbiamo essere un marchio generalista, dobbiamo avere piuttosto l'ossessione della qualità e dell'attenzione ai dettagli". Lo spiega all'Adnkronos Jean-Philippe Imparato, amministratore delegato di Maserati, a margine della cerimonia per il ritorno della produzione della gamma GranTurismo e GranCabrio nello storico stabilimento di Modena. L'obiettivo – spiega – "è arrivare a un livello di 80% di 'built to order': nel 2026 vogliamo essere guidati dai nostri clienti evitando operazione 'tossiche' " "Maserati – ricorda Imparato – sta procedendo velocemente sul percorso di risanamento dei conti, dello stock e del valore residuo: un anno fa questi elementi erano 'fuori posto' ma oggi la performance è guidata dall'Europa e dall'America: certo in Cina c'è ancora qualcosa da sistemare ma tutto il resto, anche sul fronte della qualità, è totalmente 'sano'. Insomma, grazie al lavoro fatto dal Coo Santo Ficili e dal suo staff, il 2026 sarà molto diverso dal 2024". "Quando Ficili è arrivato nel dicembre 2024 – ricorda – il livello di stock era di 12 mila macchine, pari a dodici mesi: adesso si è dimezzato, soprattutto è stato ridotto del 63% il livello di stock più anziano di 90 giorni". Imparato pone l'accento sul ritorno alla redditività favorito anche da iniziative come il lancio della BottegaFuoriserie, iniziativa congiunta con Alfa Romeo, che propone una esperienza totale di personalizzazione dei modelli: "In Maserati possiamo raggiungere una quota di personalizzazione delle vetture del 30-40% e questo è fondamentale se si vogliono fare profitti, perché è possibile aumentare significativamente, diciamo del 30%, il livello di redditività media delle vetture. E se riusciamo a far risalire il valore residuo di 5 punti nei prossimi anni, potremo riportare Maserati in utile entro 2-3 anni". "Ovviamente – aggiunge il manager francese – dobbiamo completare l'offerta con il piano che sarà presentato dall'ad Filosa alla fine del primo semestre 2026. Non abbiamo ancora tutte le risposte ma sappiamo piuttosto chiaramente ciò di cui abbiamo bisogno, i margini che vogliamo fare e come finanziare questo piano". Per il momento "la best-seller resterà comunque la Grecale con oltre il 60% dei volumi, un modello che sarà supportato da una evoluzione del prodotto e dei motori che annunceremo per tempo". Dopo avere puntato sulle zero emissioni con le versioni Folgore – con una accoglienza tiepida da parte della clientela – Maserati "non abbandona l'elettrico perché sappiamo come sta cambiando il mondo, ma – ricorda – abbiamo un motore, il V6 Nettuno, che è un gioiello che dobbiamo 'completare'. Avremo i motori giusti per il rilancio di Maserati e non solo sulla base di Nettuno: ci servono i propulsori giusti per le nostre macchine: motori da sogno ma anche motori più 'normali'". Quanto alla gamma, Imparato non fa anticipazioni ma accenna alla possibilità "di presentare magari qualcosa al Motorshow di Parigi il prossimo anno". Di sicuro – spiega – in gamma "non vogliamo avere solo Suv: la Quattroporte è nel Dna di Maserati". A una ammiraglia che riprenda il nome 'storico' della casa del Tridente "ci stiamo lavorando, abbiamo tutto quello che ci serve, a iniziare dalla piattaforma. Fino a quando avrà la possibilità di utilzzare la piattaforma Giorgio lo farò, ma al momento non siamo pronti a confermare niente. Noi non vogliamo essere come gli altri, quindi – conclude – dobbiamo pensare a qualcosa di differente che faccia sognare i clienti".
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Imparato, per Maserati possibile ritorno a utile in 2-3 anni


