Un’importante sentenza della Corte di Cassazione, identificata come la n. 15660/2025, ha fornito chiarimenti in merito al concetto di lavoro effettivo necessario per accedere alla NASpI (Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego). Questa decisione ha stabilito che non solo le giornate di attività lavorativa contano, ma anche quelle di ferie e riposi retribuiti.
Interpretazione del lavoro effettivo
I giudici hanno sottolineato che i periodi di ferie e di pausa retribuita non interrompono il sinallagma contrattuale, ovvero il legame reciproco tra datore di lavoro e dipendente. Anche in assenza di prestazioni lavorative, il dovere di retribuzione rimane attivo, rendendo tali giorni equivalenti al lavoro effettivo.
Il significato giuridico di lavoro
La Corte ha chiarito che l’espressione “lavoro effettivo” non deve essere interpretata solo come prestazione fisica. Al contrario, ogni giornata che garantisce retribuzione e contribuzione è considerata valida, indipendentemente dalle attività svolte. Questa interpretazione amplia la possibilità di accesso alla NASpI per molti lavoratori.
Principi giuridici stabiliti dalla Cassazione
Nel testo della sentenza, la Corte ha delineato due principi fondamentali per i casi di disoccupazione a partire dal 1° gennaio 2025, in accordo con l’articolo 3, comma 1, lettera c) del D.lgs. 22/2015, pre-riforma della legge n. 207/2025:
- Tutte le giornate che generano retribuzione e contribuzione, incluse ferie e riposi, sono valide ai fini della NASpI;
- I periodi di sospensione del rapporto di lavoro per cause legali sono considerati “neutrali” e non devono essere inclusi nel conteggio delle 12 mensilità precedenti l’inizio della disoccupazione.
Queste precisazioni sono fondamentali per chiarire i diritti dei lavoratori e garantire una corretta applicazione della normativa.
Responsabilità penale e sicurezza stradale
Un’altra sentenza importante, la n. 37391/2025, ha trattato la guida in stato di ebbrezza, stabilendo che tale reato è applicabile anche a chi conduce un monopattino elettrico. La Corte ha confermato che il monopattino è equiparato ai velocipedi e, quindi, le stesse regole sulla guida in stato di ebbrezza si applicano.
Riconoscimento giuridico del monopattino
Il principio fondamentale affermato dalla Cassazione è che il monopattino elettrico, come previsto dall’articolo 1, comma 75-quinquies della Legge n. 160/2019, è considerato alla stregua di un velocipede. Pertanto, le norme del Codice della Strada si applicano anche in questo caso, estendendo le responsabilità ai conducenti di monopattini.
Il ruolo degli steward negli impianti sportivi
In un’altra pronuncia, la Cassazione ha trattato la qualifica di incaricato di pubblico servizio per gli steward negli impianti sportivi. Nonostante il loro compito di vigilanza e controllo, la Corte ha stabilito che non possono essere considerati ufficialmente come tali, poiché non esercitano poteri autoritativi e non sono legati da un rapporto pubblico.
Analisi giuridica della loro funzione
La Corte ha evidenziato che l’attività degli steward, pur essendo importante per la sicurezza, è di natura privatistica e non rientra nelle funzioni pubbliche. La loro responsabilità, quindi, non è equiparabile a quella di un pubblico ufficiale, facendo emergere la necessità di una chiara distinzione tra le due categorie.
Queste sentenze della Cassazione offrono un quadro giuridico più chiaro sulla NASpI e sulle responsabilità legate alla guida di veicoli, evidenziando la necessità di interpretazioni precise e aggiornate nei diversi ambiti del diritto.