(Adnkronos) – Venticinque anni dopo la firma della Convenzione Europea del Paesaggio, sottoscritta proprio a Firenze il 20 ottobre 2000, il capoluogo della Toscana torna a essere teatro di una riflessione corale sul destino dei territori europei. Il Ministero della Cultura e il Consiglio d’Europa hanno ospitato oggi, nella cornice della Villa medicea La Petraia, la Conferenza celebrativa dell'accordo che più di ogni altro ha legato la dimensione culturale, ambientale e sociale dell'Europa unita alla tutela del paesaggio. Ad accogliere le oltre 30 delegazioni internazionali provenienti da tutta Europa – tra cui Belgio, Francia, Grecia, Norvegia, Polonia, Spagna, Ucraina e Regno Unito – è stato il ministro della Cultura, Alessandro Giuli, insieme al vice-segretario generale del Consiglio d'Europa, Bjørn Berge. Un evento non solo celebrativo, ma politico e culturale: l'occasione per riaffermare la centralità del paesaggio come spazio vitale, luogo identitario e misura della civiltà europea. Nel suo intervento inaugurale, il ministro Alessandro Giuli ha voluto restituire al tema della tutela del paesaggio un tono fortemente valoriale e spirituale. "La bellezza è un bene comune, la sostenibilità è un dovere civile e il paesaggio è il nostro patrimonio spirituale, la nostra fiamma culturale che urge inesausta", ha dichiarato. Giuli ha invitato i presenti a una "militanza attiva per la difesa e lo sviluppo dei territori", sottolineando come la sfida contemporanea consista nel ricucire la relazione tra uomo e natura, tra innovazione e tradizione. "Abbiamo bisogno di uno sguardo nuovo, che riconosca nell’armonia tra uomo e natura, tra tradizione e innovazione, la vera ricchezza del nostro tempo". Il ministro ha poi ricordato il valore fondativo della Convenzione di Firenze, definendola "un trattato di straordinario valore per l’Europa" per aver sancito il diritto delle comunità europee a vivere in un ambiente di qualità, riconoscendo il paesaggio come "elemento distintivo dell'identità europea e risorsa preziosa per la qualità della vita". "Viviamo in un'epoca di grandi e rapidissime trasformazioni sociali, economiche e ambientali – ha osservato Giuli – che modificano il nostro rapporto con il paesaggio. Ogni generazione ha il compito di prendersi cura del bello che vi è nell'interazione tra uomo e ambiente, per tramandarlo alla successiva, possibilmente arricchendolo". Nel suo discorso, Giuli ha riportato l'attenzione anche sulla tradizione giuridica italiana, che già nel 1948 aveva inscritto la tutela del paesaggio tra i principi fondamentali della Repubblica. "La nostra stella polare è la Carta costituzionale, pioniera in Europa nel riconoscere, fin dalla nascita della Repubblica, la tutela del paesaggio e del patrimonio artistico come compiti fondamentali dello Stato – ha osservato il ministro della Cultura – Oggi, con l’inserimento della difesa dell’ambiente e della biodiversità tra i principi dell’articolo 9, riaffermiamo un’idea di sviluppo che unisce progresso e responsabilità: una crescita che non consuma, ma rigenera". Giuli ha poi ribadito come il paesaggio non sia un’entità astratta, ma "cultura in atto, forma percepibile del nostro vivere insieme". Non solo i luoghi eccezionali, i siti Unesco o i parchi naturali, ma anche "i paesaggi della vita quotidiana, i quartieri urbani, le campagne, le coste" devono essere riconosciuti come patrimonio comune e come spazi di identità collettiva". Nel cuore del suo intervento, il ministro ha tracciato una visione che va oltre la tutela ambientale in senso stretto: "Il paesaggio non è un mero sfondo naturale, ma la proiezione viva e autentica di chi siamo e di ciò che aspiriamo a diventare. Custodirlo significa preservare diritti fondamentali: alla bellezza, alla salute, alla memoria, al futuro". Giuli ha invocato una "pianificazione adattativa del territorio" come risposta alle trasformazioni imposte dai cambiamenti climatici e dalle nuove esigenze sociali. "Serve un paesaggio dinamico, capace di evolversi con la modernità senza smarrire la propria identità". E ancora: "Nell’esperienza del paesaggio si rivela l'eterna presenza dell’essere. Quella connessione tra passato e presente, l’istante in cui il mondo si mostra nella sua attualità". Il ministro, parlando poi con i giornalisti, ha richiamato l’urgenza di combattere la desertificazione culturale e lo spopolamento dei borghi e delle aree interne, individuandoli come due tra i principali pericoli per la vitalità dei territori europei: "Il paesaggio esiste perché l’uomo lo scolpisce quotidianamente. Se non ci prendiamo cura dei nostri borghi e dei nostri tessuti sociali, non saremo in grado di abitare i luoghi nel modo giusto". In questa direzione va il piano Olivetti del ministero della Cultura che si occupa anche di rigenerazione urbana. Accanto a Giuli, il vice-segretario generale del Consiglio d’Europa, Bjørn Berge, ha ricordato come la Convenzione del Paesaggio sia oggi uno dei trattati più sottoscritti dell’organizzazione, con 41 Stati aderenti su 46. "Il futuro dei paesaggi è essenziale per la nostra vivibilità – ha detto –. Non è solo una questione ambientale, ma anche culturale. Tutti i paesaggi devono essere gestiti con responsabilità per le generazioni presenti e future". Berge ha inoltre sottolineato che "la sostenibilità dei paesaggi è strettamente legata ai diritti umani. Un ambiente pulito e sostenibile è parte integrante del diritto alla vita e alla dignità". Nel messaggio inviato alla Conferenza, il ministro degli Esteri e vicepresidente del Consiglio, Antonio Tajani, ha espresso l’orgoglio del governo italiano per un trattato che porta il nome di Firenze. "A 25 anni di distanza, gli obiettivi della Convenzione restano di grande attualità per l’Europa e per l’Italia. La diplomazia della crescita che promuoviamo mette i territori al centro delle strategie di sviluppo e coesione". Tajani ha ricordato come i paesaggi italiani siano un motore economico e culturale: "Il 2024 è stato un anno record con oltre 250 milioni di presenze turistiche straniere. Vogliamo valorizzare le nostre eccellenze anche attraverso il progetto Turismo delle radici, che punta a rivitalizzare borghi e aree interne, dove si custodisce una parte fondamentale dell’identità italiana". Il ministro ha poi evidenziato il ruolo dei grandi eventi – dalle Olimpiadi di Milano-Cortina 2026 alla Louis Vuitton Cup – come opportunità di crescita sostenibile e di promozione del territorio. Nel suo videomessaggio, il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha invitato a guardare ai prossimi 25 anni con concretezza e spirito di collaborazione. "Celebriamo i traguardi raggiunti, ma dobbiamo guardare avanti – ha detto –. Le sfide di oggi richiedono strategie nuove, capaci di coniugare innovazione, sostenibilità e sviluppo". Pichetto Fratin ha ricordato come la Carta nazionale per il paesaggio, insieme al Piano per l’adattamento ai cambiamenti climatici e al Piano energia e clima, rappresenti una cornice per integrare la dimensione paesaggistica in tutte le politiche pubbliche. "Stiamo affrontando una triplice crisi ambientale – ha aggiunto –: perdita di biodiversità, inquinamento e cambiamenti climatici. Da Firenze deve partire un messaggio chiaro: il paesaggio è al tempo stesso risorsa da tutelare e elemento centrale dell’identità delle nostre comunità". A venticinque anni dalla prima firma, i ministri e i rappresentanti statali presenti alla Conferenza hanno riaffermato il valore della Convenzione Europea del Paesaggio di Firenze come strumento fondamentale per migliorare la qualità della vita, affrontare le sfide ambientali future e rafforzare diritti umani, democrazia e Stato di diritto. È stata sottolineata anche l’urgenza di interventi concreti per contrastare il degrado ambientale e promuovere paesaggi sostenibili e inclusivi. I partecipanti hanno inoltre assunto un impegno comune, presente in una Dichiarazione di intenti, a potenziare la partecipazione pubblica, favorire soluzioni innovative e interdisciplinari e integrare la dimensione paesaggistica nelle politiche sociali, culturali ed economiche, con l’obiettivo di rafforzare la coesione territoriale e promuovere uno sviluppo realmente sostenibile. Infine, è stata ribadita la necessità di tutelare il paesaggio culturale come patrimonio identitario europeo, incoraggiando lo scambio di buone pratiche per valorizzare i territori e affrontare la crisi climatica globale. (di Paolo Martini)
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Il ministro Giuli: ‘la bellezza è un bene comune’


