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Fine vita, l’ex presidente della Consulta Mirabelli: “Sardegna? La contesa è politica, iniziative delle regioni non giovano”

(Adnkronos) – In assenza di una normativa nazionale sollecitata da tempo al Parlamento dalla Consulta, dopo la regione Toscana anche la Sardegna ha approvato una sua legge regionale sul fine vita grazie al testo distribuito a tutte le regioni dalla Associazione Luca Coscioni. Avviene mentre il Senato lavora sul tema dell’aiuto al suicidio e nonostante la legge 'apripista' della Toscana, approvata lo scorso febbraio e già impugnata dal Consiglio dei ministri, il prossimo 4 novembre finisca al vaglio della Corte costituzionale.  "Mi pare che sia segno di un disordine, o un non ordine, istituzionale che si manifesta anche in altri settori meno critici. Pensiamo al numero molto rilevante di questioni fra stato e regioni per materie che coinvolgono certamente meno dal punto di vista ideale e culturale di questa – interviene con l'Adnkronos il presidente emerito della Corte Cesare Mirabelli – A me pare che l'esigenza di fondo è che ci sia una disciplina di carattere nazionale. Le regioni hanno competenza ma qui siamo di fronte a principi generali non a organizzazione sanitaria. Non può essere lasciata la regolamentazione di questo settore ad una molteplicità di iniziative regionali che tendono ad affermare una soluzione in un terreno di contesa politica che non giova alla chiarezza del sistema. Non è un caso – rileva il presidente emerito – che le regioni apri pista siano state Toscana e Sardegna".  E' infatti prossima la chiamata alle urne della Toscana, il prossimo 12 e 13 ottobre e viaggia in bilico la presidente della regione Sardegna Alessandra Todde sia in vista del prossimo 7 novembre a Cagliari per il processo d’appello sulla sua decadenza, che dell'udienza pubblica davanti alla Corte costituzionale (fissata il 24 settembre) su due ricorsi che potrebbero essere determinanti alla sua uscita di scena. "Mi pare sia importante che Parlamento si impegni a legiferare. La Consulta ha già invitato il legislatore statale ad occuparsi di questa materia – ricorda Mirabelli – L'intervento delle regioni, se limitato ad alcuni aspetti organizzativi, potrebbe essere salvaguardato. Ma non può esserlo se, come pare, tende ad andare oltre, in questioni quali il Comitato che deve valutare le richieste".  Nel frattempo il Cdm ha impugnato la legge toscana e potrebbe fare altrettanto con quella sarda. Che esito si aspetta? "Bisogna vedere se l'impugnativa del governo funziona come acceleratore per il Parlamento a legiferare o è occasione di un ulteriore differimento, in attesa che ancora una volta sia la Corte costituzionale a sciogliere i nodi". (di Roberta Lanzara)    —[email protected] (Web Info)

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