(Adnkronos) – Durante la plenaria pomeridiana della Conferenza internazionale Renessaince in Economics che si sta tenendo a Firenze, si è tenuta una sessione dedicata a come le giovani generazioni possano contribuire ad accelerare il cambio di paradigma economico. Renaissance in Economics insieme al Festival Nazionale dell’Economia Civile hanno coinvolto e mobilitato in questi anni più di 10.000 giovani. Ora la prospettiva è quella di lavorare a un grande coordinamento nazionale per capire come poter applicare gli obiettivi dell’economia sociale e civile nei territori, a partire dalle università. che pongono il Manifesto della Nuova Economia al centro delle loro strategie di terza missione. Ad aprire i lavori, un videomessaggio del professore di finanza della University of Chicago’s Booth School of Business nonché ex governatore della Reserve Bank of India, Raghuram Rajan: “Siamo umani, non homo economicus. Ma ci sono periodi in cui somigliamo molto di più al secondo, di mentalità più ristretta e avida. Nascondiamo la testa sotto la sabbia e aspettiamo che i problemi sociali scompaiano. A volte, invece, saliamo sulle barricate e combattiamo le buone battaglie per il bene della società. Non capiamo però quando siamo uomini e quando homo economicus. L’intera area dell’economia comportamentale e del processo decisionale, che cerchiamo di analizzare, è un aspetto assolutamente fondamentale. Questo è ciò che il manifesto dice, ed è assolutamente prioritario lavorare di più su questo. Penso che stia accadendo, perché ci sono tutti gli incentivi per controvertire l’homo economicus”. Il professore di economia della Lums Giovanni Ferri, è invece intervenuto ad argomentare il secondo punto, relativo alla corporazione: “Non esiste la famosa mano invisibile – ha spiegato- se non la aiutiamo reintroducendo le esternalità. Non è un gioco facile, ma quello che l’Europa nella sua esperienza ha cercato di fare è proprio questo”. Ha poi ribadito come “il nostro futuro non è predeterminato, ma in gran parte dipende da noi e sarà come lo vogliamo solo se ci muoviamo in maniera determinata per raggiungerlo. In termini economici, siamo comunque di fronte a equilibri multipli che danno soluzioni diverse a problemi sociali che affrontiamo ogni giorno. A seconda di quale equilibrio scegliamo, si potranno compiere cambiamenti migliori o peggiori.” Il professore Francesco Salustri, docente di economia presso l’Università di Roma Tre, ha invece sottolineato: “Oggi noi accademici dobbiamo essere pensatori, creativi mentori, insegnanti stimolanti e gestori di risorse. Ma siamo formati per farlo? E soprattutto, è giusto che ad insegnare siano solo i migliori ricercatori? Oggi potrebbe non essere più così, per l’alto costo opportunità degli studenti a frequentare le lezioni in presenza. Probabilmente il valore aggiunto dell’insegnamento sta in competenze che non sono nell’alta ricerca, per cui non è necessario oggi che ad insegnare siano ricercatori di altissima qualità”. —economiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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