(Adnkronos) – L’allarme arriva dagli esperti di Lilac-Centro Dca che hanno intercettato un pericoloso trend che negli ultimi mesi sta prendendo piede su TikTok e Instagram, ovvero l’invasione di post con testimonianze del 'prima e dopo' dell’uso di psicofarmaci. "Una pratica potenzialmente molto pericolosa per il modo in cui questi video e immagini social vengono percepiti da chi soffre di disturbi alimentari e che possono generare un nuovo tipo di stigma, ovvero la paura di curarsi per la paura di ingrassare – avverte Lilac -Tutto questo con il risultato finale di non mantenersi aderenti alla terapia o addirittura una sua interruzione anticipata, compromettendo così l'efficacia del trattamento e aumentando il rischio di ricadute o peggioramento dei sintomi". Lilac-Centro Dca è una digital health tech startup prima realtà in Italia nata con l’obiettivo di creare un modello innovativo per il trattamento dei disturbi alimentari. “Da una nostra analisi sui social, abbiamo visto come la paura degli psicofarmaci è diventata ormai un pericoloso trend – spiega Giuseppe Magistrale, psicoterapeuta e co-founder e Ceo di Lilac-Centro Dca – Ma dietro quella paura c’è un timore più grande: chi ha bisogno di curarsi rinuncia a farlo. Nelle persone con disturbi alimentari, infatti, la paura dell’aumento di peso è una delle principali cause di rifiuto dei trattamenti farmacologici, più del timore degli effetti collaterali in sé.” Una survey internazionale ('Jama Netw Open', 2025) ha evidenziato come gli antidepressivi siano percepiti 'poco utili' per i sintomi alimentari, ma in realtà possono supportare la stabilizzazione emotiva e ridurre il rischio di ricaduta. Inoltre, una meta-analisi su oltre 18 antipsicotici ha mostrato come solo alcuni di questi (olanzapina, clozapina) comportano degli aumenti medi di peso, mentre gli altri non differiscono dal placebo. “Parlare di salute mentale oggi significa anche insegnare a leggere i contenuti digitali che coinvolgono il corpo – sottolinea Giuseppe Magistrale di Lilac-Centro Dca – e per farlo bisogna lavorare su tre aspetti: il vissuto soggettivo delle persone che soffrono di disturbi alimentari dove anche un lieve cambiamento corporeo può riattivare paure profonde; portare a conoscenza i dati reali sui psicofarmaci, molti, infatti non modificano significativamente il peso, e l’aumento, quando c’è, è spesso modesto e gestibile. In ultimo, ma non meno importante contrastare la disinformazione virale che coinvolge tutti quei contenuti che associano i farmaci alla perdita del controllo del corpo.” “Ogni storia, poi, è personale per cui occorre che ognuno di noi impari ad abitare i social in maniera più consapevole, traendo i benefici della divulgazione, ma mantenendo uno spirito critico che ci permetta di distinguere il ‘generico’ dall’’individuale’ – aggiunge Marco Papalino, psichiatra di Lilac-Centro Dca – Parlare di psicofarmaci con rispetto e competenza significa restituire alla cura il suo valore originario: guardare la persona, senza giudicarla, alleviandone i sintomi, e supportandola in ogni fase del percorso”.
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