(Adnkronos) – L'annuncio del presidente Usa Donald Trump di imporre dazi al 30% sulle importazioni dall'Unione Europea dal prossimo primo agosto avrà conseguenze non da poco – se poi sarà tramutato in realtà operativa – per le imprese farmaceutiche che operano in Italia. Secondo gli ultimi dati presentati da Farmindustria all'assemblea annuale di inizio luglio, l'Italia ha raggiunto nel 2024 un export record di 54 miliardi che conferma un ruolo da leader in Ue insieme a Germania e Francia. L'export, molto verso gli Usa (nel 2024 sono stati esportati farmaci e vaccini per un valore di oltre 10 mld), in 10 anni è aumentato del 157%, più della media Ue (+137%). La volontà di Trump potrebbe costare molto al settore farmaceutico italiano che conta circa 200 aziende associate a capitale nazionale e a capitale estero con oltre 130 stabilimenti su tutto il territorio. Il presidente di Farmindustria Marcello Cattani, che più volte era intervenuto sul tema dei dazi, aveva fatto una stima nei mesi passati: "Nella malaugurata ipotesi di dazi al 25%, si tratterebbe di un costo di oltre 2,5 miliardi; un valore molto importante, che avrebbe un forte impatto sulla nostra filiera produttiva". Se però i dazi "dovessero arrivare sui farmaci avrebbero un impatto immediato sulla possibile carenza di medicinali e aumento dei prezzi per i cittadini americani”, ricordava Cattani rispondendo alle domande dei giornalisti a margine dell'evento 'Ricerca e futuro' ad aprile a Roma. Secondo il presidente di Farmindustria, ci sarà “un aumento di costi non solo dei farmaci ma del sistema di cura americano. I dazi, inoltre, frenano l’economia e aumentano l’inflazione". —[email protected] (Web Info)
Dazi Usa al 30%, impatto su export farmaci: oltre 2,5 miliardi di costi per imprese in Italia
