(Adnkronos) – Sono chiamati a una scelta che "toglie il sonno": indicare il nuovo Papa, la guida spirituale che raccoglierà il testimone di Jorge Mario Bergoglio, Papa Francesco. "Per molti cardinali sarà la prima volta" in una dimensione simile, e per tutti gli elettori dietro l'angolo c'è 'l'effetto cum clave', insito nel significato stesso della parola conclave (dalla formula latina che indica uno spazio isolato e riservato, chiuso a chiave appunto). Una missione, quella che in 133 affronteranno a partire da mercoledì 7 maggio, che può avere anche il sapore di una 'resa dei conti interiore'. In quella stanza senza contatti col mondo, infatti, i cardinali porteranno con sé ciascuno un personale bagaglio invisibile: le proprie "ansie, desideri, passioni, ambizioni". Ad analizzare all'Adnkronos Salute i risvolti psicologici del nuovo pezzo di storia che si scriverà al chiuso della Cappella Sistina è Claudio Mencacci, co-presidente della Società italiana di neuropsicofarmacologia (Sinpf) e direttore emerito di Psichiatria dell'Asst Fatebenefratelli-Sacco di Milano.
Come vivranno i cardinali il peso di questo momento? Esiste una sorta di 'sindrome da Conclave' con cui dovranno misurarsi, tra ansia da prestazione, grandezza del dilemma e tempi stretti? Il primo punto, osserva Mencacci, è che "siamo di fronte a un rito di passaggio psicologico. Sono più di 100 i cardinali che per la prima volta si trovano in questa dimensione altamente significativa e importante, sia da un punto di vista spirituale che sociale e politico", cioè i cardinali elettori nominati da Bergoglio nel suo papato. "Ed è un qualcosa che li trasformerà. Poiché sarà la loro prima volta, possono sentirsi sopraffatti da un ruolo che percepiscono troppo grande". E molto, assicura l'esperto, "dipenderà dalla durata" del conclave. "La durata sarà uno spartiacque: dobbiamo sempre tenere presente la cosiddetta 'decision fatigue', le scorciatoie che a un certo punto tendiamo a cercare, sotto la pressione di emozioni, per tentare di interrompere rapidamente l'incertezza, di chiuderla". Un'altra considerazione, prosegue lo psichiatra, "ha a che fare con la dimensione del gruppo". Ci sono nel conclave "molti neofiti e altre invece sono leadership occulte, figure carismatiche che possono influenzare anche senza parlare", riflette. "E poi, insito nelle dinamiche di gruppo, c'è sempre il conformismo, il seguire la maggioranza piuttosto che la polarizzazione". "Come psichiatra – aggiunge – devo pensare poi che c'è anche l'inevitabile effetto 'cum clave', legato all'essere isolati, in parte sensorialmente e in parte anche temporalmente. Si può generare un senso di tempo sospeso, di irrealtà e questo porta con sé ovviamente delle 'difficoltà cognitive'". All'interno del conclave "le assenze di stimoli dall'esterno amplificano molto le dinamiche interne, quindi le rivalità piuttosto che le cordialità. Le pressioni tra i gruppi diventano più forti", avverte Mencacci. "L'altro tema è l'ambiente chiuso, che genera inevitabilmente un senso di 'regressione' psichica: si tende a procedere per schemi un po' più semplici per ridurre l'emotività della decisione e anche la sofferenza che questa genera". Poi, sempre l'effetto 'cum clave' "accentua quelle che sono sia le ansie sia i conflitti, perché non ci sono vie di uscita e quindi bisogna trovare una soluzione". Dal punto di vista della salute mentale dei cardinali, "mi preoccuperei del loro sonno – dice lo psichiatra – perché il rischio di insonnia è molto alto, così come il rischio di un senso di claustrofobia, soprattutto per i neofiti i primi giorni, e poi anche di irritabilità. Queste sono le condizioni emotive. Partiamo però dal dato più importante, e cioè che questo è un rito di passaggio. Queste considerazioni mettono le persone di fronte all'importanza storica e spirituale" del compito. "Loro sentono anche tutto il peso della responsabilità e della pressione. Arriva, prima di entrare, pure l'interesse non solo della scelta di chi porterà il carico del pontificato, ma delle conseguenze globali che il Papa porta con sé". "Ciascuna di queste 133 persone, di questi uomini, si troverà a fare i conti con la dimensione più intima, con la parte di sé che non necessariamente è quella andiamo a mostrare agli altri e che però porta anche piccole zone d'ombra o piccoli infantilismi, così come porta appunto desideri, passioni e ambizioni. Ciascuno dovrà farci i conti – conclude Mencacci – E contiamo che queste persone chiamate a dare un successore a Bergoglio sappiano individuare la strada più equilibrata e più adatta a dei tempi così complessi come i nostri. E' vero che i tempi ci appaiono sempre complessi quando si va a leggerli con la lente della storia, ma questi attuali lo sono particolarmente. C'è una trasformazione in atto, che necessita di una capacità di saper portare con sufficiente forza e determinazione verso un futuro positivo". Serve "una guida spirituale che porti con sé tutti i suoi valori di umanità". (di Lucia Scopelliti) —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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