(Adnkronos) – "Come vorrei che fosse il Papa che sta per essere eletto? Mi auguro che abbia la stessa sensibilità di Francesco per i progetti umanitari, per parlare di pace e soprattutto per dire la sua a Israele". A parlare con l'Adnkronos è Paolo Brosio, giornalista, conduttore e fervente credente, che come è noto da molti anni si è convertito alla fede cattolica. "Bergoglio – scandisce Brosio- è stato uno dei pochi che ha tenuto la voce alta per impedire il massacro dei bambini. Purtroppo ormai non si può dire più nulla, se dici che vuoi impedire che vengano massacrati degli innocenti sei antisemita. E' una vergogna. Vorrei dunque un Papa che non tema di esporsi". E immaginando il nuovo Pontefice, il cronista – che lo scorso anno ha perso la mamma ed è impegnato in una serie di progetti a Medjugorie, le cui apparizioni sono state riconosciute dallo stesso Bergoglio durante il suo pontificato- spiega: "Io sono ancora nel pieno del dolore per il Papa che è scomparso. Per me Francesco è stato una persona importantissima, ha seguito tutto il progetto dell'ospedale di Medjugorie, mi è stato vicino per un lavoro che per me è stato enorme. Per me, che ho cambiato vita e mi sono avvicinato a Dio, era un riferimento importante". Oggi "siamo sull'orlo della terza guerra mondiale, è un pentolone che sta per esplodere e ora poi ci si sono messi anche l'India, il Pakistan, serve un Papa che parli di pace senza paura". Per il giornalista, il vicario di Cristo dovrebbe essere "un Papa sensibile alla sofferenza altrui, che siano i palestinesi, ucraini, pakistani, indiani", scandisce Brosio. Nomi? "Vedo che per esempio Parolin ha fatto un grande lavoro in Cina, che non è certo il regno del cattolicesimo e invece sono stati eletti dei vescovi. Sembrava che non fosse possibile, quindi lo stimo". Anche "Robert Sarah è molto bravo, anche se più conservatore", osserva Brosio. A tal proposito, sottolinea però il giornalista e conduttore, "attenzione, anche per Francesco che viene indicato come progressista la famiglia era fondamentale. Lui era contro l'aborto, era contro l'eutanasia. Un Papa, che sia progressista o conservatore, è pur sempre un uomo di Dio". "Vorrei un Papa che non richiuda le porte della Chiesa. Che ci parli, che ci accolga, che ci ascolti. E' vero che Papa Francesco non ha fatto una rivoluzione ma il suo linguaggio è stato diverso. La parola, il Verbo, sono importanti. Nominarci per la prima volta come gay, accogliere le persone trans, invitare i genitori a non discriminare i figli quando fanno coming out, dire che il reato di omosessualità deve essere abrogato, sono stati segnali molto importanti"., spiega quindi all'Adnkronos Vladimir Luxuria, che ha più volte ribadito di essersi riavvicinata alla fede anche grazie alla figura di Papa Francesco. "Mi aspetto un Papa che parli come Cristo -sottolinea Luxuria- che nel Vangelo non ha mai discriminato nessuno". Entrando nel vivo dei nomi possibili, l'ex politica e star della tv rivela di averne in mente "più di uno. Mi piace molto Matteo Zuppi (arcivescovo di Bologna e attuale presidente della Cei, considerato tra i più progressisti, ndr), sarebbe una novità perché dal 1700 non c'è un Papa italiano e poi è comunque molto aperto. Non mi dispiacerebbe neanche un Papa ghanese che si chiama Peter Turkson -dice Luxuria- quando il suo paese ha fatto una legge con la pena di morte contro l'omosessualità lui è andato contro il suo stesso governo, dicendo che non si poteva criminalizzare chi nasce così". Di certo, scandisce l'ex conduttrice dell''Isola dei Famosi', "non tifo né per Peter Erdo né per Muller, ovviamente, che rappresentano una Chiesa chiusa". Una cosa è certa: "Se dovessero eleggere un Papa conservatore "la mia fede non vacillerà -assicura Luxuria- Ci ho pensato molto, ma non voglio condizionare la mia fede a chi verrà eletto". —[email protected] (Web Info)