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La scelta della Cina di tassare i preservativi con una norma, approvata a fine 2024 ma in vigore da gennaio 2026, che di fatto cancella l'esenzione fiscale per i prodotti anticoncezionali "dimostra come gli esseri umani sbagliano spesso". Nello specifico in Cina "hanno sbagliato quando hanno imposto la politica del figlio unico, incentivando la denatalità che oggi è evidentemente uno dei grandi problemi di quel Paese, e sbagliano oggi a incentivare la natalità attraverso il blocco di alcuni strumenti fondamentali, perché i metodi anticoncezionali come il preservativo sono anche metodi per limitare la diffusione delle malattie sessualmente trasmesse che proprio in Cina sono così diffuse negli ultimi anni". E' l'analisi di Matteo Bassetti, direttore di Malattie infettive dell'ospedale policlinico San Martino di Genova, che commenta all'Adnkronos Salute la virata del gigante asiatico. "Da quando la Cina ha aperto un po' di più i propri dati rispetto a quello che avveniva nell'epoca pre-Covid, sappiamo che nel Paese sono moltissimi i casi di Hiv, sono stati moltissimi i casi di vaiolo delle scimmie (Mpox) e moltissimi anche i casi di altre malattie sessualmente trasmesse come sifilide, gonorrea, clamidia, herpes. Quindi è chiaro che questo limitare l'uso del preservativo attraverso una politica di tasse è completamente anacronistico, una scelta sbagliata e fuori dal mondo". Allargando l'obiettivo, "anche il nostro Paese ha preso una direzione che non va completamente dalla parte del preservativo. La Francia al contrario ha fatto tantissimo negli anni, addirittura rendendo i preservativi disponibili gratuitamente in farmacia per i ragazzi più giovani. Da noi invece si tende purtroppo a non parlare nelle scuole di questo fenomeno o a far parlare sempre di meno gli esperti, e a lasciare alle famiglie l'educazione sessuale. I preservativi, poi, costano troppo e non c'è una politica sul prezzo". Quello che è successo in Cina, conclude dunque Bassetti, "è grave e certamente non piace, anche perché non dimentichiamoci che 'bomba biologica' può rappresentare la Cina: nel momento in cui si aumentano le tasse sul condom, se un Paese che ha 1 miliardo e mezzo di abitanti – quindi intorno al 20% della popolazione mondiale – non usa più il preservativo o lo usa di meno, è chiaro che rischia di diventare una bomba biologica di malattie sessualmente trasmesse per il resto del mondo".
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