(Adnkronos) – Un capolavoro del Rinascimento veneziano esposto per la prima volta negli spazi della Galleria Giorgio Franchetti alla Ca' d'Oro: il dipinto Pietà (o Cristo morto sorretto da quattro angeli) di Giovanni Bellini (Venezia, 1430 – 1516), dalla sua sede naturale all'interno del Museo della Città di Rimini, torna nella storica dimora di Venezia su Canal Grande dopo l'ultima esposizione a Palazzo Ducale nel 1949, grazie al restauro voluto e finanziato da Venetian Heritage, organizzazione internazionale non profit con sedi a Venezia e New York che da 26 anni sostiene iniziative culturali tramite restauri, mostre, pubblicazioni, conferenze, studi e ricerche, ai fini di far conoscere al mondo l’immenso patrimonio di arte veneta in Italia e nei territori anticamente parte della Serenissima. L'opera è oggetto di una mostra dossier aperta al pubblico dal 21 novembre al 6 gennaio 2026 che metterà in relazione la Pietà con il San Sebastiano di Andrea Mantegna (Isola di Carturo, 1431 – Mantova, 1506), curata da Toto Bergamo Rossi, direttore di Venetian Heritage, e Giovanni Sassu, già direttore del Museo della Città di Rimini 'Luigi Tonini', ora direttore dei Musei di Cento. L'esposizione è promossa da Venetian Heritage, Direzione regionale Musei nazionali Veneto, Galleria Giorgio Franchetti alla Ca' d'Oro, Rimini Musei e The Morgan Library & Museum, New York. Quest'ultima istituzione sarà direttamente coinvolta nella promozione del lavoro di restauro: la Morgan Library ospiterà, infatti, dal 15 gennaio al 19 aprile 2026 una tappa americana della mostra dossier nella quale la Pietà di Bellini sarà in dialogo con i capolavori della collezione della stessa Morgan. Infine il dipinto tornerà al Museo della Città di Rimini per essere esposto insieme al San Sebastiano del Mantegna. L'occasione nasce dalla temporanea chiusura della Ca' d'Oro per la fase finale dei lavori di ristrutturazione del museo finanziati da Venetian Heritage con 8 milioni e mezzo di euro offerti da donatori internazionali. "L'inaugurazione degli imponenti lavori di restauro della Ca' d'Oro è prevista per la primavera 2027, a cento anni esatti dall'apertura della Galleria Franchetti", ha annunciato Claudia Cremonini, direttrice dell'istituzione. "Questo eccezionale intervento di restauro persegue gli obiettivi della Fondazione Venetian Heritage, la quale fin dal 1999 finanzia, coordina e promuove importanti progetti di restauro, esposizioni e pubblicazioni dedicate all'arte veneta non solo a Venezia, ma anche nei suoi antichi territori – racconta Toto Bergamo Rossi, direttore della Fondazione Venetian Heritage – La Pietà fu commissionata a Giovanni Bellini da un notabile riminese anche se il maestro molto probabilmente non si recò mai a Rimini. Ciò testimonia l’importanza e la fama della pittura veneta durante la seconda metà del Quattrocento, la quale veniva esportata anche ben al di fuori dei confini della Serenissima". La Pietà fu commissionata a Giovanni Bellini da Rainerio di Lodovico Migliorati, consigliere della famiglia regnante dei Malatesta e figura di primo piano nella vita politica e culturale riminese nell’ultimo terzo del Quattrocento. Databile agli anni '70 del Quattrocento, l’opera si ritrova già nel testamento di Rainerio del 1499: a giudicare dallo stile, dalle dimensioni e dall’iconografia, è possibile che il dipinto fosse destinato alla devozione privata nel palazzo di Migliorati e che solo dopo la sua morte abbia trovato collocazione nella sua cappella funeraria nella chiesa di Sant’Antonio, in prossimità della chiesa di San Francesco oggi conosciuta con il nome di Tempio Malatestiano capolavoro dell’architetto Leon Battista Alberti. La commissione in sé racconta la storia di legami intensi tra i domini dei Malatesta a Rimini e la Serenissima Repubblica di Venezia; Rainerio Migliorati fu una di quelle figure attive nella costruzione e nello sviluppo di questi rapporti e furono numerose le sue visite a Venezia. È probabile che in quella del 1470 si concretizzasse la committenza di quest'opera e forse un vero e proprio incontro con l'artista. Dalla cappella dei Migliorati la Pietà passa nel giro di poco tempo a essere esposta nella chiesa di San Francesco, ed è qui che viene documentata da Giorgio Vasari nella sua edizione delle Vite datata 1550, dove rimase fino all’inizio del 1800 per poi entrare nelle collezioni della Pinacoteca Comunale. Considerato uno dei capolavori delle collezioni cittadine, la tavola lasciò Rimini per la prima volta nel 1929 per essere prestata alla Royal Academy of Arts di Londra in occasione della mostra Exhibition of Italian Art 1200-1900 e nel corso degli anni numerose furono le occasioni di prestito, tra le quali la grande mostra dedicata a Giovanni Bellini dal Palazzo Ducale di Venezia nel 1949, a cura di Rodolfo Pallucchini e con allestimento di Carlo Scarpa. "L'operazione culturale realizzata grazie alla prestigiosa sinergia con la Fondazione Venetian Heritage è di grande rilevanza per la nostra Città per più di una ragione – afferma il sindaco di Rimini, Jamil Sadegholvaad – Oltre al valore oggettivo dell’intervento di restauro che permette oggi, grazie alla maestria e alle competenze degli esperti, di riscoprire uno dei capolavori che il nostro Museo ha il privilegio di custodire, questo ‘viaggio del Bellini’ è per Rimini il segno di una rinnovata consapevolezza di quanto l’arte e la cultura possano essere motore di crescita e fondamenta per il futuro di una comunità. L’approdo poi a New York, metropoli cosmopolita simbolo delle infinite possibilità, ci offre l’occasione di dare slancio a questa narrazione e di alimentare questa visione". (dall'inviato Paolo Martini)
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