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Architetti: riformare regole ordinamenti professionali per non perdere il futuro

(Adnkronos) – "Le professioni tecniche ordinistiche sono, da sempre, presidio decisivo dell’interesse pubblico. Progettano, certificano, collaudano, interpretano norme complesse e trasformano bisogni collettivi in soluzioni concrete. E lo fanno nel rispetto di un sistema ordinato che garantisce qualità, responsabilità e legalità. Un sistema, però, che oggi ha bisogno urgente di essere aggiornato". E' l'appello che lancia Massimo Crusi, presidente del Consiglio nazionale degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori.
 "Le diverse riforme succedutesi nel tempo, compresa quella del 2011, che tentarono di porre ordine a una materia a lungo frammentata, furono frutto di un tempo diverso. Non conoscevano ancora la portata della transizione digitale, l’impatto dell’intelligenza artificiale, le conseguenze sistemiche di una pandemia o le sfide legate alla sostenibilità ambientale e sociale e alla rigenerazione di città e territori. La logica di allora era ancora quella della stabilità normativa. Oggi viviamo invece nella costante necessità di adattamento", sottolinea ancora Crusi.  "Gli Ordini professionali -spiega Crusi- sono chiamati a svolgere una funzione essenziale: vigilare, formare, tutelare la collettività attraverso la competenza e l’etica dei propri iscritti. Sono espressione del principio di sussidiarietà: corpi intermedi che affiancano lo Stato, senza sostituirlo, garantendo però il presidio quotidiano dell’interesse generale, con strumenti autonomi e con una funzione pubblica riconosciuta dalla legge". "Ma a fronte di una funzione sempre più complessa e strategica, restano regole -spiega ancora Crusi- pensate per un contesto che non esiste più. Regole che faticano a rispondere alle esigenze di un mercato del lavoro tecnico in continua evoluzione, a garantire standard aggiornati, a valorizzare davvero la formazione continua come strumento di crescita e non solo come obbligo formale. Regole che non sempre sostengono il ruolo dell’Ordine come promotore culturale, ma spesso lo relegano a mera burocrazia di vigilanza". Secondo il presidente del Consiglio nazionale degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori "è giunto il momento, con coraggio e visione, di mettere mano a una riforma vera. Che non riscriva tutto, ma aggiorni ciò che va aggiornato. Che rafforzi l’autonomia e la funzione sociale degli Ordini, semplifichi i percorsi di accesso e valorizzi la qualità delle competenze. Che ridia senso all’etica professionale, in un tempo in cui la tecnologia può essere un supporto o un rischio, a seconda della coscienza di chi la utilizza".  "Non si tratta -aggiunge ancora Crusi- di 'concedere qualcosa' alle professioni. Si tratta di dare al Paese un sistema ordinistico all’altezza del presente. Perché non può esserci innovazione, né transizione ecologica, né qualità e sicurezza del costruito, né digitalizzazione della pubblica amministrazione, senza il contributo di professionisti aggiornati, formati, accompagnati da regole adeguate. Chi svolge una funzione pubblica ha diritto a un impianto normativo all’altezza della propria responsabilità. E l’Italia ha il dovere di dare ai suoi Ordini professionali – soprattutto quelli tecnici – le regole giuste per non perdere il futuro", conclude.  —lavoro/[email protected] (Web Info)

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