(Adnkronos) – Il Parco archeologico di Altino, parte dei Musei archeologici nazionali di Venezia e della Laguna, si prepara a un'indagine senza precedenti: alla fine di ottobre prenderà avvio una nuova campagna di scavi mirata all'area che, secondo le indagini geofisiche e di telerilevamento, avrebbe ospitato il foro della città romana. È la prima volta che le ricerche si concentrano su una zona così centrale dell'antico insediamento, cuore politico e monumentale della colonia che fu crocevia di traffici tra la pianura veneta e la laguna. La campagna, promossa e condotta direttamente dal Parco con un finanziamento della Direzione generale Musei del Ministero della Cultura, coinvolge il Dipartimento dei Beni culturali dell’Università di Padova e un gruppo di archeologi professionisti. L’obiettivo: verificare sul campo le ipotesi emerse dalle prospezioni remote e restituire nuova concretezza alla mappa urbana di Altino. “Nei Musei e nei Parchi archeologici la ricerca non è un’attività accessoria, ma un aspetto fondante della loro missione”, sottolinea Massimo Osanna, direttore generale Musei. “Lo scavo è strumento di conoscenza e tutela, ma anche occasione per rinnovare il dialogo con il pubblico, rendendo i siti luoghi vivi e in costante aggiornamento”. La direttrice dei Musei archeologici nazionali di Venezia e del Parco di Altino, Marianna Bressan, evidenzia l’importanza storica del progetto: “Per la prima volta indagheremo il cuore monumentale di Altino romana. Finora ne conoscevamo solo l’‘ombra’, restituita dalle immagini satellitari e dalle prospezioni geofisiche. Ora potremo verificare l’efficacia delle previsioni tecnologiche e, al tempo stesso, dare corpo alle tracce sepolte per scrivere un nuovo capitolo della storia della città”. Gli scavi interesseranno la zona meridionale del foro, individuata già nel 2007-2009 grazie a un progetto dell’Università di Padova, che aveva permesso di mappare l’assetto urbanistico dell’antica città, riconoscendo strade, isolati e monumenti pubblici come i due teatri e l’anfiteatro. I terreni oggetto dell’intervento sono di recente acquisizione demaniale e verranno indagati per la prima volta. L’operazione durerà circa due mesi e sarà articolata in tre fasi: una prima campagna di nuove prospezioni da aria e da terra, condotta dal team della professoressa Rita Deiana dell’Università di Padova; quindi lo scavo stratigrafico vero e proprio, affidato alla ditta specializzata Malvestio Snc, e infine la restituzione dei risultati, comprensiva di rilievi e studio dei reperti mobili. “Le indagini da remoto restituiscono un quadro orizzontale, ma solo lo scavo permette di leggere in verticale la successione delle attività umane”, spiega Bressan. “Sarà l’occasione per verificare la consistenza dei resti e valutare in futuro una nuova area archeologica visitabile”. Come da tradizione, il Parco organizzerà giornate di scavi aperti al pubblico, per condividere i risultati in corso d’opera e coinvolgere cittadini e visitatori in un’esperienza diretta di archeologia sul campo. Il progetto di Altino rientra nel più ampio programma del Ministero della Cultura per rilanciare la ricerca nei parchi archeologici nazionali, rafforzando il ruolo del Sistema museale come laboratorio di conoscenza e innovazione. Con questa nuova indagine, il foro di Altino – nodo vitale della città che precedette Venezia – si prepara finalmente a riemergere dal sottosuolo, restituendo voce e forma a una delle capitali più antiche del Veneto romano. (di Paolo Martini)
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Altino, al via gli scavi nel cuore della città romana


